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Piovene Rocchette

Provinciale ostaggio del traffico: in sei giorni quasi 100 mila veicoli

Lo scenario intorno è particolarmente suggestivo, ma attraversare il ponte richiede sempre tanta pazienza (Foto MATTEO CAROLLO)
Lo scenario intorno è particolarmente suggestivo, ma attraversare il ponte richiede sempre tanta pazienza (Foto MATTEO CAROLLO)
Lo scenario intorno è particolarmente suggestivo, ma attraversare il ponte richiede sempre tanta pazienza (Foto MATTEO CAROLLO)
Lo scenario intorno è particolarmente suggestivo, ma attraversare il ponte richiede sempre tanta pazienza (Foto MATTEO CAROLLO)

Trentamila veicoli in due giorni, quasi 100 mila in sei. È la situazione del traffico nel fine settimana, a Piovene, lungo la provinciale 350, secondo quanto accertato da Vi.Abilità. Nei giorni scorsi l’ente gestore delle strade provinciali ha avviato una campagna di monitoraggio dei flussi di traffico lungo l’arteria che da Cogollo supera il torrente Astico grazie al viadotto di Sant’Agata e poi scende verso il centro del paese costeggiando lo stabilimento della Lanerossi. Una situazione che è sotto gli occhi di tutti, soprattutto la domenica, verso l’ora di cena, quando si formano lunghe code di veicoli di ritorno dalla montagna.

Il periodo di rilevamento è quello compreso tra il 15 e il 21 luglio e i numeri hanno evidenziato un aumento del traffico pari al 33%, nel week end, rispetto ai giorni feriali. In una settimana i transiti registrati sono stati 98.664, con una media giornaliera di 14.095 passaggi. La situazione è ben diversa, però, a seconda dei giorni presi in considerazione. Nella settimana considerata, infatti, al venerdì i transiti sono stati 12.814, un numero cresciuto a 14.278 il sabato e a 14.906 la domenica. Il flusso scende nei giorni successivi: il lunedì 11.225 veicoli, il martedì 11.325, il mercoledì 11.531. La giornata nera si conferma dunque la domenica, come avevamo sperimentato con una prova sul campo. La provinciale rappresenta una direttrice turistica importante, facendo da accesso per l’Altopiano dei Fiorentini, l’Altopiano di Asiago e località molto gettonate, coma la Pria ad Arsiero. Le fasce orarie più critiche, nella fase di salita verso la montagna, sono tra le 9 e le 10, con 969 mezzi, e dalle 10 alle 11, con 973. Al ritorno, il numero dei transiti aumenta costantemente dai 604 tra le 19 e le 20, ai 661 tra le 20 e le 21, fino ai 712 dalle 21 alle 22. Numeri minori, ma ugualmente rilevanti, al sabato. La rilevazione ha permesso anche di distinguere tra le varie tipologie di veicolo. A fare la parte del leone, sia nel fine settimana che nei giorni feriali, sono le auto, che rappresentano oltre il 60% del totale. Indicativa la differenza sul fronte dei passaggi di camion di lunghezza superiore a 8 metri: durante la settimana rappresentano circa il 5% del traffico, alla domenica l’1%. «I passaggi - spiega la presidente di Vi.Abilità Magda Dellai - sono molti di più rispetto alle rilevazioni precedenti, lo stiamo vedendo in tutte le strade. Il traffico è aumentato in modo incredibile. Il passaggio sul viadotto di Sant’Agata è uno snodo cruciale: se dovesse essere chiuso, resterebbe solo la strada di Meda, difficile da percorrere per i camion che vanno verso le aziende più a nord. Tutti speravano in una bretella autostradale che potesse bypassare i paesi, ma al momento il progetto non c’è». 

La rilevazione ha permesso di aggiornare i dati sui flussi di traffico: gli ultimi a disposizione risalivano al 2007 ed erano stati pubblicati nel 2008. Poi il depotenziamento delle Province legato alla legge Del Rio aveva fatto chiudere i rubinetti dei finanziamenti dal governo e i monitoraggi erano finiti in coda rispetto alle manutenzioni. Già nel 2018, però, il vento è cambiato. «In quel momento - continua la presidente Dellai - si è capito che la funzione della Provincia non poteva venire meno e sono ricominciati ad arrivare i fondi. L’attività di rilevazione dati si inquadra anche in questo senso. Ora i fondi del Pnrr, ma anche quelli complementari, parlano molto di monitoraggio: le indagini che stiamo programmando per infrastrutture come i ponti e il tunnel Schio-Valdagno partono anche dalla rilevazione dei dati strutturali dell’infrastruttura, quelli che poi permettono di pianificare gli interventi».

Matteo Carollo

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