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Schio

«Profughi
all’Eden?
Sarà sgombero»

Semaforo rosso comunale per i profughi destinati all’hotel Eden. [FOTOGRAFO]FOTO DONOVAN CISCATO
Semaforo rosso comunale per i profughi destinati all’hotel Eden. [FOTOGRAFO]FOTO DONOVAN CISCATO
Semaforo rosso comunale per i profughi destinati all’hotel Eden. [FOTOGRAFO]FOTO DONOVAN CISCATO
Semaforo rosso comunale per i profughi destinati all’hotel Eden. [FOTOGRAFO]FOTO DONOVAN CISCATO

«In queste condizioni i profughi non entreranno all’Eden. Se ci sarà un’azione di forza della prefettura, ci opporremo legalmente o firmerò un’ordinanza di sgombero nel caso i locali vengano occupati».

Il sindaco Valter Orsi non le manda a dire. Conferma che dal prefetto di Vicenza gli è arrivata la comunicazione dell’imminente arrivo di 24 migranti, i primi probabilmente di una serie che andrà ad ingrossarsi, visto che l’edificio di viale dell’Industria potrebbe ospitarne almeno un centinaio. Però il sindaco è chiaro: «Non ci sono i presupposti. Il prefetto non può violare la direttiva ministeriale e la normativa in materia».

Il discorso è semplice: una volta data la disponibilità ai profughi da parte dei proprietari dell’immobile (la famiglia Poletto, tutelata in questa vicenda dall’avv. Giorgio Beggiato) , la prefettura aveva avviato le pratiche per farli giungere a Schio, trovando la cooperativa che se ne sarebbe occupata.

In città ci sono già 120 migranti, fra edifici parrocchiali e alloggi privati, e non hanno creato sinora problemi anche perché sono in numero ridotto per abitazione. Nel caso dell’ex albergo cominciano ad essere 24.

Il sindaco ha chiesto (e ottenuto) l’inagibilità dei locali dopo i sopralluoghi effettuati questa estate, l’ultimo a metà agosto: l’Eden non sarebbe a norma per i sistemi anti-incendio e per le barriere architettoniche. «Da due settimane l’immobile è stato dichiarato ufficialmente inagibile - commenta Orsi . - Per adeguare gli ambienti agli ospiti, secondo anche quelle che sono le direttive del Ministero degli Interni, serviranno almeno 100 mila euro di investimenti e la proprietà sinora non mi ha manifestato l’intenzione di sborsarli e nemmeno sono stati presentati documenti che smentiscano la dichiarazione di inagibilità».

Però la comunicazione della prefettura è giunta a palazzo Garbin, come ad aprire una pratica che si temeva da tempo. Quindi gli ospiti saranno sistemati in un edificio privo di agibilità: «La responsablità se la prende chi decide in tal senso - precisa il sindaco. - Noi faremo valere le nostre ragioni agendo legalmente, nel caso con un ricorso al Tar per la sospensiva e infine con un’ordinanza di sgombero, visto che abbiamo gli strumenti per farlo. Useremo tutte le carte a nostra disposizionem ma abbiamo preso un impegno con la popolazione e intendiamo mantenerlo».

L’impegno riguarda la manifestazione di un mese fa, con il sit - in davanti all’ex hotel di viale dell’Industria, dove 500 persone hanno detto “no” all’arrivo di nuovi profughi. Intanto i comitati spontanei di destra già parlano di sollevazione popolare e di picchetti davanti agli edifici.

Il sindaco va per la sua strada e ribadisce: «Non si può derogare alle norme per la sicurezza. Non lo può fare il singolo cittadino, non lo può fare l’ente pubblico e non lo può fare nemmeno la prefettura. Per far valere questo principio siamo disposti ad arrivare sino allo sgombero».

Fino a ieri sera non vi erano stati ulteriori contatti fra il prefetto e il sindaco. Rimane quella formale comunicazione dell’arrivo di 24 profughi a giorni.

Mauro Sartori

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