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Ospedale, Orsi all’attacco della Regione

L’ingresso dell’ospedale Alto Vicentino, al centro del dibattito sulla sanità pubblica. ARCHIVIO
L’ingresso dell’ospedale Alto Vicentino, al centro del dibattito sulla sanità pubblica. ARCHIVIO
L’ingresso dell’ospedale Alto Vicentino, al centro del dibattito sulla sanità pubblica. ARCHIVIO
L’ingresso dell’ospedale Alto Vicentino, al centro del dibattito sulla sanità pubblica. ARCHIVIO

«Se basta alzare la voce per ottenere qualcosa, lo faremo anche noi che rappresentiamo un terzo del Pil del Veneto». La sanità è il tema su cui non c’è più tempo per le mezze misure ed il sindaco di Schio, Valter Orsi, ha deciso di alzare i toni. Una scelta che è scaturita dopo l’incontro tutto in salsa bassanese dell’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, ma anche dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan. Le due rappresentanti della giunta del governatore Luca Zaia hanno fatto intendere come le indicazioni contenute nelle schede socio-sanitarie approvate proprio dallo stesso esecutivo veneto siano fluide ed ancora in qualche modo modificabili. Uscite arrivate dopo la preoccupazione espressa da più parti e con toni accesi sotto il Grappa. L’AFFONDO. «Sono letteralmente basito dal comportamento e dall’atteggiamento degli assessori regionali Lanzarin e Donazzan – attacca Orsi -. Dieci giorni fa è stata presentata nella giunta regionale la delibera sulle schede ospedaliere e, solo perché i bassanesi hanno alzato la voce, nell’arco di pochi giorni entrambe le rappresentanti della stessa giunta hanno dichiarato che le scelte si possono rivedere. Allora mi chiedo: su quale criterio erano state scritte le schede socio-sanitarie?». Orsi, prosegue chiarendo la sua posizione: «Noi, a Santorso, abbiamo ottenuto dei risultati, ma allo stato attuale abbiamo anche perso dei primariati che chiediamo vengano ripristinati per un territorio che conta 180 mila abitanti. Rappresentiamo un terzo del Pil del Veneto e votiamo esattamente come i bassanesi. Se chi urla vale di più, alzeremo la voce anche noi e saremo costretti a prendere atto di chi siano i referenti, perché è ora che ci sia una presa di responsabilità. Qui, invece, sembra che si stia giocando al gioco delle tre carte. Abbiamo sempre deciso di percorrere la strada del lavoro e della collaborazione in silenzio, ma vedere che bastano tre giorni per stravolgere le schede non è possibile». Un attacco senza mezze misure che non solo segue le dichiarazioni di apertura degli assessori regionali verso l’ospedale di Bassano, ma anche la presa di posizione delle categorie economiche dell’area scledense. LE POSIZIONI. E se l’Emodinamica H24, la Traumatologia, la Chirurgia ricostruttiva del seno ed un centro per la riabilitazione cognitiva sono considerati i successi, c’è da segnalare la “scomparsa”, almeno secondo le prime indicazioni, di nefrologia, urologia e otorino. «Dobbiamo vigilare sull’iter delle schede, affinché tutte le richieste del territorio vengano messe nero su bianco ma soprattutto ci restino fino alla fine», aveva dichiarato il presidente di Ascom, Guido Xoccato. Anche dal raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria, Pietro Sottoriva aveva lanciato una stilettata non indifferente: «Si prendano le decisioni solo basandosi su criteri scientifici e non secondo campanilismi», premettendo, però, che tra i due ospedali di Ulss 7 «non ci deve essere una guerra». Nerio Dalla Vecchia, numero uno di Confartigianato aveva concluso augurandosi che «ogni decisione della Regione fosse presa secondo qualità e competenza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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