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Laghi

Nessun bracconiere: il cigno Arturo non fu ucciso a bastonate, morì per un'infezione

I cigni Arturo e Principessa sereni sul laghetto
I cigni Arturo e Principessa sereni sul laghetto
I cigni Arturo e Principessa sereni sul laghetto
I cigni Arturo e Principessa sereni sul laghetto

«Morte per cause naturali»: è questo il referto dell'autopsia, eseguita sul corpo del cigno Arturo, dopo il sequestro delle sue spoglie operato dalla guardie della Provincia. Il giallo sull'improvvisa scomparsa, nell'aprile scorso, del magnifico uccello, da anni "signore", con la compagna Principessa, delle acque lacustri di Laghi, è stato alla fine svelato. Ad uccidere lo splendido animale non è stato, dunque, un anonimo bracconiere, che l'aveva preso a bastonate per sottrarre le 4 uova della covata, come aveva invece ipotizzato Mosè Toniolo, per parecchi anni gestore del rustico chiosco posto sul lungolago, e colui che 6 anni fa aveva introdotto nella fauna locale i due esemplari, quando avevano appena 8-9 mesi. Le analisi autoptiche, infatti, fugano ogni dubbio, dato che è stato accertato che Arturo è morto per un' infezione intestinale causata da batteri.

Un verdetto che boccia, dunque, l'ipotesi di una violenza compiuta ai suoi danni, e che aveva fortemente scosso la comunità locale, che ingiustamente era stata accusata di omertà «conoscendo l'identità del colpevole». L'idea del «bracconiere criminale» aveva anche spinto l'Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente-Italia ambiente) a mettere una taglia di 5 mila euro, poi salita addirittura a 7 mila, «sulla testa dell'assassino», a vantaggio di «chiunque, con la sua testimonianza diretta davanti alle forze dell'ordine avesse permesso l'identificazione e la condanna definitiva del responsabile di questa barbara uccisione».

In quell'occasione, il vicesindaco Angelo Ferrulio Lorenzato, aveva preso le distanze dalle illazioni avanzate, e dalle non velate accuse omertose rivolte alla popolazione, riservandosi di attendere gli esiti dell'esame che le guardie della polizia provinciale avrebbero eseguito sui resti dell'animale da lui stesso raccolti, «per scoprire i veri, e non presunti motivi della sua morte. ». Ora è Maria Fabiola Sella, consigliere delegata al sociale, a esprimere, a nome dell'Amministrazione, i sentimenti provati. «La morte di Arturo - dice - ci ha procurato un grande dispiacere. Ma, ancor più abbiamo sofferto per le ingiuste accuse di reticenza. Prometto che mi spenderò in prima persona, e come volontaria, per dare a Principessa un nuovo compagno, che io stessa mi impegnerò ad accudire, con amore e passione, in modo da conferire un'immagine bella del nostro paese»

Giovanni M. Filosofo

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