<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Morto a 50 anni in casa da settimane

La palazzina di via Sciesa, Santa Croce, dove risiedeva il 50enne trovato morto.  R.T.Una delle ultime immagini di Biagio Carbone
La palazzina di via Sciesa, Santa Croce, dove risiedeva il 50enne trovato morto. R.T.Una delle ultime immagini di Biagio Carbone
La palazzina di via Sciesa, Santa Croce, dove risiedeva il 50enne trovato morto.  R.T.Una delle ultime immagini di Biagio Carbone
La palazzina di via Sciesa, Santa Croce, dove risiedeva il 50enne trovato morto. R.T.Una delle ultime immagini di Biagio Carbone

Mauro Sartori Rubina Tognazzi I vicini di casa hanno sentito la puzza che proveniva dall’interno dell’appartamento e che si stava facendo sempre più acuta negli ultimi giorni. Al suono del campanello nessuno veniva ad aprire. Così hanno pensato di allertare i vigili del fuoco del distaccamento di Schio e i carabinieri della locale stazione che sono intervenuti ed hanno compreso subito che lì dentro si era consumato un dramma. Hanno sfondato la porta e a letto, in avanzato stato di decomposizione, hanno trovato il cadavere di Biagio Carbone, classe 1969. Un dramma della solitudine proprio quando le famiglie si riuniscono per i giorni di festa, è accaduto alla vigilia di Natale in una palazzina di via Sciesa 7, quartiere di Santa Croce, nella cosiddetta zona residenziale dei “Nani” dove ci sono asili, scuole, chiese e diverse abitazioni. Biagio era una persona solitaria, non aveva molti rapporti con i vicini di casa, se non fugaci saluti quando li incontrava. «Viveva ai margini - racconta dal citofono una vicina di casa- e non usciva quasi mai da casa». Biagio aveva una compagna con la quale ha convissuto fino a qualche mese fa. Dai racconti del vicinato pare non avesse un lavoro in quanto era spesso chiuso dentro le mura domestiche. «Non sappiamo cosa facesse, era sulle sue e non aveva molti amici qui dalle nostre parti». In verità le sue origini sarebbero piemontesi. Di Torino, per la precisione. E dei granata torniesi era grande tifoso, tanto dal postare foto della curva Maratona ai tempi del vecchio stadio Comunale. Ma anche più recenti allo stadio Olimpico, ora “Grande Torino”, che poi è il medesimo impianto. Cosa lo abbia portato a Schio non è dato sapere. Sui social il suo ultimo post risale al 2 dicembre e ad un amico che gli chiedeva come stesse, risposte: « La ruota sta di nuovo girando. Manca ancora, però incomincio a vedere strada». Un cugino ieri lo ha così salutato sul suo profilo: «Che gli angeli ti stiano accanto e ti possano dare la serenità che hai sempre cercato». Probabilmente era giunto in val Leogra proprio per cercare la serenità ma questa sua solitudine può avere influito sulla sua tragica fine. Quando vigili del fuoco e carabinieri sono entrati, hanno trvato la porta chiusa a chiave. Biagio quasi sicuramente era andato a letto dopo essersi chiuso dentro, e un malore lo ha stroncato nel sonno, senza che potesse chiedere aiuto. Forse familiari ed amici lo hanno cercato al cellulare senza ottenere risposta. Sta di fatto che, visto lo stato di decomposizione della salma in un contesto invernale di temperature che non favoriscono certo questo sviluppo, l’uomo potrebbe essere morto almeno un paio di settimane prima del ritrovamento avvenuto il 24 dicembre. E pensare che a maggio postava foto abbracciato alla compagna, e chi lo vedeva felice, rispondeva: «Si stiamo proprio bene e sono contento». Il pm di turno ha disposto l’esame autoptico sulla salma, anche per sollevare ogni dubbio sul decesso, anche se la causa naturale rimane la più probabile per gli inquirenti. Un malore improvviso quando stava riposando. Solo dopo potrà essere consegnato ai suoi cari per la sepoltura. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori Rubina Tognazzi

Suggerimenti