Michael Casarotto si poteva salvare? È l'angosciante interrogativo che si pongono i parenti del giardiniere, morto a 32 anni per una pancreatite fulminante. Dopo che sono stati già celebrati i funerali, i genitori hanno chiesto di bloccare la cremazione e, alla procura, di ordinare l'autopsia. Nel frattempo i carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche negli ospedali di Santorso e di Asiago. La famiglia della vittima si pone una domanda che si sono fatti in molti, negli ultimi giorni: perché Michael è stato trasferito dal nosocomio Alto Vicentino a quello dell'Altopiano? Quali sono le logiche secondo le quali non è stato curato dove era stato preso in carico? E quale motivazione ha spinto i sanitari a stabilire di spostarlo ad Asiago e non, ad esempio, a Bassano o a Vicenza?Si tratta di questioni che verosimilmente dovrà affrontare la procura.
Michael Casarotto, che viveva a Magrè e che lavorava con il padre Adriano come giardiniere, si era sentito male venerdì della scorsa settimana. Forti dolori in particolare all'addome avevano convinto il padre a portarlo d'urgenza al pronto soccorso di Santorso, dove era stato sottoposto prima al tampone Covid (era risultato negativo) e quindi ai primi accertamenti, che avevano fatto comprendere che fosse affetto da un'infiammazione del pancreas. I sanitari avevano nel frattempo stabilito di trasferirlo ad Asiago, dove era stato programmato un intervento chirurgico; ma domenica, prima di entrare in sala operatoria, Michael era stato colpito da un arresto cardiaco improvviso che lo aveva stroncato. Vani erano stati i tentativi di salvarlo; Casarotto era morto, lasciando nella disperazione i genitori e la figlioletta di 5 anni. La famiglia, distrutta dal dolore, non ha pensato immediatamente di chiedere l'intervento delle autorità. Lo ha fatto l'altro giorno, dopo il funerale. «La volontà dei genitori è di comprendere se il figlio poteva essere salvato», ha spiegato il legale dei Casarotto.