Un lungo serpentone formato da centinaia di persone per difendere la sanità pubblica nell’Alto Vicentino. È quanto andato in scena ieri a Schio per la manifestazione sul tema che ha visto cittadini di tutte le età in marcia fino all’ospedale di Santorso con bandiere e striscioni. Numerosi i cittadini che hanno scelto di scendere in piazza. Sono circa le 14.30 quando i manifestanti, dopo essersi ritrovati di fronte al PalaRomare, partono in corteo lungo viale dell’Industria; secondo gli organizzatori sono fra i 3 mila e i 5 mila, per la questura sono circa 2 mila. Scortati dagli agenti della questura, dai carabinieri di Schio e dai vigili del consorzio Alto Vicentino, i partecipanti all’iniziativa lanciata dal gruppo consiliare scledense Coalizione civica e organizzata dal Comitato promotore per la difesa della sanità pubblica si avviano verso l’ospedale Alto Vicentino. Secondo i promotori hanno dato la propria adesione oltre cento sigle tra partiti, sindacati, categorie economiche, cooperative e associazioni. Nel corteo sfilano famiglie, bambini, anziani, lavoratori nel settore sociale, consiglieri comunali, sindaci. Non ci sono quelli leghisti, la Lega si è chiamata fuori. In strada c’è una moltitudine variopinta e colorata, che procede con cartelli e striscioni fatti in casa, oltre che con bandiere e le insegne ufficiali. Il traffico viene deviato dalla polizia locale man mano che il serpentone procede su viale dell’Industria verso il nosocomio. La massa si ferma nel parcheggio e la scalinata di accesso all’ospedale si trasforma in un palco per gli interventi. I nodi iniziano così ad essere snocciolati da Orianna Zaltron di Coalizione civica, a nome del comitato promotore: dalla carenza di personale alla fuga dei medici, dai posti letto «insufficiente» alla mancata attivazione degli ospedali di comunità a Schio e Thiene («La buona notizia di Malo è una goccia nel mare») fino alle medicine di gruppo, il cui sviluppo, per i promotori della manifestazione, risulta bloccato. E ancora, vengono evidenziate le difficoltà di servizi come quello della neuropsichiatria infantile, del Serd, la chiusura del Centro di salute mentale. Annunci e proclami vengono accolti da applausi e da slogan scanditi in coro a tutta voce. Tocca poi a don Beppe Gobbo, fondatore della cooperativa Radicà di Calvene, affrontare il tema del sociale nell'Alto Vicentino, a nome di tutte le cooperative. «Noi siamo quelli che oggi affrontano la piazza e ci mettono la faccia per esprimere tutta la preoccupazione di fronte al pericolo che ognuno pensi per sé - sottolinea don Gobbo -. Vogliamo ridare senso a parole come condivisione, solidarietà, il sociale al centro della vita della città». Giulia Miglioranza della Cgil parla quindi in rappresentanza dei lavoratori e dei sindacati, affrontando il tema delle procedure troppo lente per le assunzioni, della mancanza delle risorse per gli Spisal e di personale in ambito amministrativo, precisando di non condividere «la scelta di assumere medici non specializzati e di affidare a privati parte del pronto soccorso». «Questo è solo l'inizio di un percorso – conclude Giancarlo Pederzolli della segreteria Cisl di Vicenza -. Il 4 dicembre costituiremo il Comitato permanente per la salute pubblica nell'Alto Vicentino. Faremo una serie di assemblee pubbliche, poi chiederemo alla Regione di venire qui a trattare su questi temi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA