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Matrimoni allo Jacquard, ora si può

La riapertura del giardino Jacquard, ora disponibile per matrimoni civili.  STELLA
La riapertura del giardino Jacquard, ora disponibile per matrimoni civili. STELLA
La riapertura del giardino Jacquard, ora disponibile per matrimoni civili.  STELLA
La riapertura del giardino Jacquard, ora disponibile per matrimoni civili. STELLA

Adesso ci si può sposare anche al giardino Jacquard, ma per poterlo fare il Comune ha dovuto istituire un ufficio di stato civile separato. Primo passo a cui seguirà una delibera di giunta che stabilirà modalità e costi. IL CODICE. Il Codice civile stabilisce che le nozze civili “debbano essere celebrate pubblicamente nella casa comunale davanti all’ufficiale di stato civile al quale fu fatta la richiesta di pubblicazione”. Ma cos’è una casa comunale? Sempre il Codice chiarisce che “deve intendersi un edificio stabilmente nelle disponibilità dell’amministrazione comunale per lo svolgimento di servizi”. L’unica deroga riguarda l’impossibilità di uno degli sposi a recarsi nella casa comunale per problemi di natura fisica. Lo Jacquard, giardino romantico dell’800 voluto da Alessandro Rossi e commissionato al suo fido architetto Antonio Caregaro Negrin che lo realizzò fra il 1859 e il 1878, è stato da poco ristrutturato e riaperto parzialmente al pubblico nei fine settimana e in occasioni speciali. Al sindaco Valter Orsi sarebbero già arrivate richieste specifiche di coppie, per potersi unire lì in matrimonio, location ideale anche per il servizio fotografico. Ma trattandosi di un luogo esterno, per poterlo fare la giunta ha dovuto istituire “un ufficio separato di stato civile per celebrare matrimoni in giardini o parchi esterni alla casa comunale”. Detto fatto, la delibera è stata emanata ed ora, come anticipato, la giunta dovrà determinare periodi e orari nonché la modalità di richiesta di fruizione del giardino; ad apposita deliberazione seguirà la proposta di determinazione delle tariffe. Perché l’utilizzo dello Jacquard non sarà gratuito. LE TARIFFE. Attualmente sono tre i luoghi dove si possono celebrare le nozze con il rito civile. Il primo, e più richiesto anche per questioni economiche, è la sala consiliare, che è gratuita nei giorni ed orari di servizio ed apertura al pubblico. Altrimenti il costo è di 50 euro per i residenti, 100 euro per i non residenti. Insomma, non è la stessa cosa sposarsi al sabato mattina, quando palazzo Garbin ha qualche ufficio aperto al pubblico, o nel pomeriggio e in giornate festive. Le altre due location sono l’ottocentesco palazzo Fogazzaro di via Pasini, che ha un’ampia sala nel piano nobile dove si tengono conferenze, ed è data in affitto per 260 euro più Iva; e il più gettonato teatro Civico, con la doppia opzione del teatro stesso o dell’elegante sala Calendoli, ovvero il ridotto, dove sono state già officiate anche unioni civili. In questo caso la tariffa si alza a 320 euro più Iva. Quanto costerà convolare a nozze fra gli alberi secolari dello Jacquard? Forse è ipotizzabile una tariffa più vicina a quella del Civico. LA SCELTA. Nella delibera da poco sottoscritta, il sindaco Orsi spiega il perché dell’apertura del giardino tardoromantico all’inglese a cerimonie simili: «Il rito matrimoniale in siti di valenza storico-artistica o paesaggistica è coerente con i valori protetti dalla Carta costituzionale». Inoltre «rispondere a queste richieste dei cittadini può ritenersi coerente con gli interventi di valorizzazione storica e promozione turistica del territorio». Insomma, lo Jacquard può diventare volano di turismo grazie ai novelli sposi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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