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Alto Vicentino

Mancano medici di famiglia, 34 zone in difficoltà nell’Ulss 7 Pedemontana

Presentati i dati di una ricerca voluta dal gruppo veneto del Partito democratico La situazione rischia di aggravarsi con le 32 uscite del prossimo anno.

Un’emergenza a pieno titolo: è la carenza di medici di medicina generale, un problema per l’Alto Vicentino, ma anche per il Veneto e tutta Italia. Lo conferma una ricerca presentata l’altra sera, a Schio, al circolo operaio “Il Bruco”, voluta dal gruppo veneto del Partito democratico e organizzata dal gruppo consiliare del Pd di Schio. Secondo lo studio, che fa riferimento ad una delibera regionale dell’ottobre scorso, nel territorio dell’Ulss 7 Pedemontana mancano 34 medici di base. Sono intervenuti il capogruppo Pd in consiglio regionale Giacomo Possamai e il dottor Giampietro Piazza, già medico di base e assessore al sociale di Santorso. 

I numeri

Secondo lo studio, con i dati elaborati da Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron, aggiornati ad ottobre scorso, sono otto i camici bianchi che mancano nell’area di Schio, Santorso, Torrebelvicino e Valli del Pasubio; due in quella di Arsiero, mentre un professionista manca a Valdastico e una sede risulta vacante a San Vito di Leguzzano. Altri cinque medici mancano nel Thienese. 

Situazione che rischia di aggravarsi il prossimo anno

Una situazione, quella dell’Ulss 7, che risulta più rosea rispetto ad altre aree del Veneto, configurandosi anzi come la più virtuosa in regione. Ma il problema è un altro: dalla ricerca è emerso come nel Vicentino i camici bianchi con più di 55 anni siano oltre il 50% e il prossimo anno sia previsto un picco di pensionamenti, con 32 uscite. Nei prossimi 20 anni, poi, in Veneto aumenteranno i cittadini over 65, con 450 mila unità in più: ed è proprio la popolazione più anziana ad aver maggior bisogno di assistenza sanitaria.

Possamai: «Paghiamo una programmazione sbagliata»

«La carenza dei medici di medicina generale sta mettendo in difficoltà enorme i cittadini in tantissime parti del Veneto - denuncia Possamai - è evidente che c’è stata una programmazione profondamente sbagliata negli anni: ora, da un lato bisogna agire spingendo sulle medicine di gruppo e sul personale di segreteria e infermieristico per affiancare i medici, dall’altro serve investire sulla medicina generale con un numero adeguato di borse di studio nei prossimi anni». 

"Zone carenti"

«Il dato relativo alle zone carenti nell’Ulss 7 va contestualizzato nell’ambito di una generale difficoltà a reperire medici - sottolinea Alessandra Corò, direttore dei servizi sociosanitari - come dimostra la situazione in altre aziende, anche fuori dal Veneto. “Zona carente” non significa un territorio in cui la popolazione è priva di medico di medicina generale, ma indica la mancanza di un medico “di ruolo”; in tutte le nostre “zone carenti” in realtà vi sono medici incaricati, che lavorano secondo l’orario normale e con un incarico a lungo termine anche se non definitivo, dunque garantendo un buon grado di conoscenza tra medico e pazienti. Inoltre, in circa il 50% dei casi sono questi supplenti ad assumere poi l’incarico di ruolo, a beneficio ulteriore della continuità del rapporto con gli assistiti. Anche dove per brevi periodi dovesse non esserci un supplente, come azienda garantiamo la continuità del servizio attraverso i medici della continuità assistenziale diurna, negli ambulatori. Al momento però questa situazione si sta verificando solo ad Arsiero, dove dal mese di marzo dovrebbero prendere servizio altri due medici». 

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