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La testimonianza

Agguato in Congo, i due fratelli vicentini: «L'ambasciatore stava venendo a cena da noi»

Attacco in Congo, morti l'ambasciatore italiano e un carabiniere

«Lo aspettavamo per cena». Il tavolo era già riservato per la sera: l'ambasciatore e la sua équipe. Il diplomatico in Congo, Luca Attanasio, era atteso a cena nel ristorante "Il Rasentino", a Goma, gestito da due fratelli di Isola Vicentina, Francesco e Paolo Cariolato, rispettivamente di 31 e 30 anni.

L'ambasciatore si era dimostrato interessato all'attività dei due fratelli e l'incontro di ieri sera era stato organizzato per parlare dei loro progetti. La notizia dell'agguato mortale ha scosso i due giovani imprenditori. «L'ambasciatore Attanasio era una persona bravissima, ci ha aiutati fin da subito - racconta Francesco nel corso di un collegamento via Zoom organizzato dal sindaco di Isola Francesco Enrico Gonzo -. Ci siamo incontrati domenica, abbiamo avuto un incontro con lui in un altro ristorante assieme al console onorario di Goma e altri italiani, tra cui esponenti di ong e religiosi. La notizia della sua uccisione ci ha colpito molto: era un nostro amico».

Anche Vicenza, come molti altri Comune e sedi istituzionali italiane, stamattina ha esposto le bandiere a mezz’asta condividendo il lutto di tutto il Paese per la tragica uccisione in Congo dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci, e di Mustapha Milambo, l’autista che li accompagnava.

 

L'ATTACCO IERI IN CONGO - L'ambasciatore Luca Attanasio è stato ucciso ieri in un attentato assieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e al loro autista.  Alle 9.27 di lunedì 22 febbraio, a bordo di un convoglio di due veicoli del Programma alimentare mondiale Pam, il diplomatico era partito da Goma alla volta del comune di di Kiwanja, in territorio di Rutshuru.

 

 

Illeso il terzo italiano che ieri viaggiava assieme all'ambasciatore  Attanasio nel convoglio Onu attaccato in Congo. Rocco Leone, vice direttore del Pam nel Paese, secondo quanto si apprende, è stato portato in ospedale per controlli subito dopo l'agguato ma non ha riportato alcuna ferita.

Nel frattempo le "Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda" (Fdlr) hanno negato di essere responsabili per l'uccisione dell'ambasciatore italiano in Rdc, Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell'autista del Pam Mustapha Milambo. Lo riferisce il sito Actualite.cd citando una dichiarazione del gruppo ribelle che peraltro aveva già negato di aver compiuto un attacco che gli viene comunemente ascritto, quello nell'aprile scorso in cui morino 17 persone tra cui 12 rangers del parco nazionale Virunga.

 

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IL RIENTRO DELLE SALME IN ITALIA - Sono fissati per domani mattina al Policlinico Gemelli di Roma le autopsie sui corpi dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi ieri in Congo. I feretri dei due arriveranno in Italia nella tarda serata di oggi.  Il pm di Roma Sergio Colaiocco e Alberto Pioletti che indagano per sequestro di persona con finalità di terrorismo hanno disposto l'esame autoptico dei due corpi.

«In trenta secondi sono passati i ricordi di una vita, ci è crollato il mondo addosso. Sono cose ingiuste, che non devono accadere. Per noi la vita è finita», così Salvatore, il papà dell'ambasciatore Luca Attanasio, ha spiegato il momento in cui ha appreso della morte in un agguato del figlio.

Matteo Carollo

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