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La torre è pericolante Magrè senza campane

La torre campanaria alta 65 metri, priva di campane.  FOTO CISCATO
La torre campanaria alta 65 metri, priva di campane. FOTO CISCATO
La torre campanaria alta 65 metri, priva di campane.  FOTO CISCATO
La torre campanaria alta 65 metri, priva di campane. FOTO CISCATO

Rubina Tognazzi Mauro Sartori I rintocchi non hanno annunciato l’Avvento nè la nascita di Gesù Bambino. Le campane della vecchia chiesa parrocchiale, costruita a metà ’800 e dedicata ai santi Leonzio e Carpoforo, sono mute da oltre un mese. Anzi, non ci sono proprio più. E chissà se torneranno, perché a qualcuno quei tocchi assordanti davano fastidio. Ma andiamo per ordine. Il campanile dell’imponente edificio religioso che domina piazza Cesare Battisti, cuore pulsante della Magré vecchia, è alto ben 65 metri e abbisogna di restauri. Un primo intervento fu necessario nel 1983, la cui cuspide era danneggiata dalle infiltrazioni d’acqua piovana e in quell’occasione fu rifatta anche la croce. Gli anni passano ed è giunto di nuovo di momento di metter mano al grande campanile di Magrè, che puntuale suonava ad ogni ora, ma adesso è silenzioso e con l’orologio fermo alle 10.30. “La struttura è messa sotto stress- come riporta il giornalino parrocchiale “Camminiamo insieme”- il castello delle campane premendo sulla muratura, ne ha compromesso la stabilità, questo è il lavoro primario da fare per la sicurezza di tutti e poi ci sono gli adeguamenti per mettersi in regola con le nuove normative”. I costi sono molto ingenti, ma il dato preciso dalle mura della canonica non trapela ancora. E i lavori continuano sperando che prima dell’estate siano giunti al termine. E che magari qualche benefattore si faccia avanti prendendosi carico di parte dei costi. Le offerte sono raccolte anche in due vasi artistici realizzati da Nicola Tessari usando il legno dei due pini marittimi tagliati di recente davanti alla chiesa. Una volta conclusi i lavori di messa in sicurezza della torre campanaria, le campane torneranno al loro posto? L’interrogativo s’impone sia per quanto la rivista riporta in un passaggio, in cui si scrive che si è preoccupati anche “per la sicurezza di chi passa”. Sia per le voci che si rincorrono fra la comunità parrocchiale, secondo le quali alla base del possibile “non ritorno” ci sarebbero lamentele da parte di residenti stranieri, disturbati nelle loro preghiere dallo scampanamento. Il parroco don Luigino Perin, da noi interpellato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Ma nel quartiere si sta muovendo qualcosa. Il presidente Valerio Cencherle ammette di non saperne nulla «ma mi informerò in merito». Un parrocchiano, che chiede l’anonimato, si dice pronto a portare la questione in consiglio di quartiere: «A noi ci è stato riferito di queste proteste arrivate in canonica per il rumore prodotto dalle campane, che ora sono in manutenzione ma c’è il timore che non ritornino al loro posto. O che non suonino più». Di sicuro non lo stanno facendo da più di un mese, mancando anche l’appuntamento con il “concerto corale delle campane di Schio” ideato dal maestro Giovanni Bonato con la Scuola campanaria di Vicenza, che domenica scorsa ha aperto il programma delle celebrazioni per i 200 anni della consacrazione del duomo di S. Pietro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rubina Tognazzi Mauro Sartori

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