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Arsiero/Velo d'Astico

La siccità svuota i fiumi, salvi col maxi acquedotto

Il Posina: la secca e sopra la cartiera, la gola degli Stancari, dove sono stipati 10 milioni di metri cubi d’acqua
Il Posina: la secca e sopra la cartiera, la gola degli Stancari, dove sono stipati 10 milioni di metri cubi d’acqua
Il Posina: la secca e sopra la cartiera, la gola degli Stancari, dove sono stipati 10 milioni di metri cubi d’acqua
Il Posina: la secca e sopra la cartiera, la gola degli Stancari, dove sono stipati 10 milioni di metri cubi d’acqua

La pioggia di questi giorni non ha certo compensato mesi di siccità. Fa impressione guardare l’alveo del Posina, dal ponte tra Arsiero e Velo d’Astico, dove pietre e massi si fanno notare, non più velati dalla corrente. Solo un rigagnolo lascia indovinare la presenza dell’acqua: forse il “minimo vitale” rilasciato per legge da chi attinge dal fiume. Sembra ancora più lontana l’ultima piena, che impauriva la gente per l’irruenza dei flutti. Ma più su, oltre la sagoma della cartiera Rossi, sotto le ripide pareti degli Stancàri, c’è la vera risorsa. Dentro quelle rocce, in località Valoje, l’uomo ha scavato un immenso incavo, dove sono raccolti oltre dieci milioni di metri cubi d’acqua, a formare un laghetto sotterraneo. È il capiente serbatoio che alimenta il “maxiacquedotto dell’Astico”, che anche serve oltre 100 mila abitanti, tra i comuni di Arsiero, Velo d’Astico, Cogollo, Piovene, Chiuppano, Caltrano, Carrè, Zanè, Thiene, Villaverla, Marano, Isola, Malo, e in parte anche Santorso, Schio e Breganze. 

Quattro anni fa la società Viacqua decise di raddoppiare il sistema di adduzione idrica che interessa il tratto da Arsiero a Piovene, con l’intento di migliorare l’efficienza e l’affidabilità del servizio acquedottistico e fognario del più grande bacino dell’alto vicentino, impedendo che, in caso di guasto ad uno dei collettori, il blocco dell’erogazione mettesse in ginocchio le popolazioni della prima pianura. Ma ora, al cospetto di tanta siccità, com’è la situazione?

«Viacqua può contare su due livelli di pozzi – spiega il sindaco di Velo d’Astico Giordano Rossi, presidente di Impianti Astico – uno in superficie, che sicuramente ora è in sofferenza, e uno in profondità, che invece pesca direttamente nella falda freatica e in questa momento di criticità è attivato. La carenza idrica viene così scongiurata». Una situazione che non lascia presagire, quindi, un pericolo imminente e la necessità di razionare l’acqua, chiudendola nelle ore notturne, come invece avveniva in passato. «Per fortuna o lungimiranza - osserva Rossi – molti Comuni dell’alto Astico Posina non hanno dismesso i loro acquedotti, che, in caso di necessità, possono supplire. L’acqua degli Stancàri, con quella captata dal sistema di pozzi di località Scalini, ad Arsiero, e del pozzo Rutello, a Cogollo, più quella fornita dai “vecchi” acquedotti locali, ci fa guardare con fiducia al futuro. L’approvvigionamento idrico potrà continuare così, per mesi, forse per anni». 

Giovanni Matteo Filosofo

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