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La palestra del Campus è in ritardo di un anno

La posa della prima pietra il 16 novembre 2018Il cantiere com’è oggi, dopo oltre undici mesi
La posa della prima pietra il 16 novembre 2018Il cantiere com’è oggi, dopo oltre undici mesi
La posa della prima pietra il 16 novembre 2018Il cantiere com’è oggi, dopo oltre undici mesi
La posa della prima pietra il 16 novembre 2018Il cantiere com’è oggi, dopo oltre undici mesi

Quando il 16 novembre dell’anno scorso venne posata la prima pietra, alla presenza di autorità comunali, provinciali e regionali, i tempi di realizzazione erano chiari: il cantiere doveva durare, da contratto, 570 giorni, in pratica un anno e mezzo con cui l'impresa “I.Tec” di Villa Del Conte in provincia di Padova doveva costruire la palestra di piazzale Summano, per cui è servito un investimento da 3 milioni di euro con intervento a sostegno della Provincia. IL CONTENITORE. Un edificio in grado di contenere tre campi sportivi contemporaneamente e che potrà anche ospitare assemblee pubbliche e altri eventi con una capienza di circa mille persone. Non sarà proprio il surrogato dell’auditorium da 1.200 posti che era nei progetti originali di oltre un decennio fa, ma resta un’eccellente soluzione per le esigenze sportive e non solo, di studenti e non solo. Però di quei 540 giorni ne sono già trascorsi oltre 330 e i lavori sono irrimediabilmente in ritardo e, nei giorni scorsi, fermi, a quanto riferisce Alex Cioni, capogruppo di PrimaSchio che sull’argomento torna a battere chiodo con un’interpellanza, sottoscritta anche dai consiglieri della Lega, in cui invita il Comune ad accertare le responsabilità ed attivarsi per chiedere i danni. Intanto la prevista consegna, stimata ottimisticamente a maggio 2020, è slittata a febbraio 2021. LE CAUSE. Come appurato, il cantiere è rimasto al palo per l’instabilità del terreno, ovvero quel piazzale Summano servito per qualche lustro come parcheggio sterrato sia a studenti ed operatori scolastici che per i residenti del quartiere di Ss. Trinità. Dubbi di stabilità sollevati a suo tempo dalla stessa impresa, che ha trovato la soluzione con la posa di micropali. In sostanza, nel sottosuolo dello spiazzo è presente acqua: «Non è che non si sapesse - ci riferì il sindaco Valter Orsi - è che prima dell'assegnazione dei lavori erano stato fatto un ridimensionamento progettuale di alcune parti dell'edificio e la ditta per scrupolo ha preferito chiedere degli accertamenti perché secondo loro c'era il rischio che si verificassero dei piccoli cedimenti, nonostante fosse comunque prevista la realizzazione di una vasca di isolamento». LE RICHIESTE. Ora Cioni fa risalire addirittura al 2009 la prima perizia che stabilisce taluni ostacoli: «C’è una relazione tecnica basata su indagini geologiche condotte dieci anni fa anche per lo stadio del rugby e il centro servizi del Campus, dove si ipotizza che possano generarsi importanti cedimenti immediati e di consolidazione». Cioni teme che i costi lievitino (si parla già di 149 mila euro per le modifiche progettuali) ma soprattutto chiede di accertare eventuali responsabilità dei professionisti incaricati, tenendo conto sia dei costi maggiori che del ritardo nella consegna del manufatto». Secondo i firmatari dell’interpellanza «ci sono responsabilità oggettive» perché, a fronte delle perizie, si doveva prevedere quanto accaduto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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