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La morte di Giulio «Un’ecografia poteva salvarlo?»

Il bambino è deceduto all’ospedale Alto Vicentino dove era stato visitato e dimesso poche ore prima
Il bambino è deceduto all’ospedale Alto Vicentino dove era stato visitato e dimesso poche ore prima
Il bambino è deceduto all’ospedale Alto Vicentino dove era stato visitato e dimesso poche ore prima
Il bambino è deceduto all’ospedale Alto Vicentino dove era stato visitato e dimesso poche ore prima

A causare la morte di Giulio Cortiana, il bambino di 3 anni deceduto lunedì sera all’ospedale Alto Vicentino di Santorso, sarebbe stata una necrosi di parte dell’intestino. Lo ha stabilito l’autopsia, disposta dal pubblico ministero Luigi Salvadori per fare chiarezza e per valutare eventuali responsabilità nella disgrazia. Il quadro completo si avrà comunque solo quando arriverà il risultato degli esami istologici. Il magistrato ha aperto un’indagine ipotizzando l’omicidio colposo a carico del dottor Lorenzo Sartore, il pediatra che aveva visitato il piccolo arrivato in ospedale con forti dolori. Secondo gli elementi acquisiti dalla procura, Giulio era stato dimesso senza essere sottoposto a un’ecografia. Gli inquirenti vogliono capire se l’esame avrebbe evidenziato la necrosi e se una diagnosi precoce avrebbe potuto salvare la vita del piccolo. CASO RARO. L’esame autoptico è stato effettuato venerdì dalla dottoressa Elisa Vermiglio di Verona, incaricata dal pm. All’autopsia hanno preso parte anche il dottor Alessandro Peretti dell’università di Trieste per conto della famiglia, che è assistita dagli avvocati dello studio legale Fantini Cusinato Massalin, mentre il medico indagato, tutelato dall’avvocato Antonio Marchesini, ha nominato come consulenti la dottoressa Anna Aprile di Padova e l’anatomopatologo Lorenzo Meloni. La cessazione delle attività biologiche vitali di una parte dell’intestino ha portato a uno choc e al conseguente blocco dell’apparato digestivo. In altre parole, una parte dell’intestino non ha più ricevuto sangue e ossigeno e ha smesso di funzionare. Per gli esperti si tratta di un caso raro, soprattutto su un bambino che godeva di buona salute. Ulteriori risposte arriveranno dagli esami istologici su alcuni campioni di tessuti. LA VISITA. Secondo la ricostruzione fatta dalla procura, Giulio aveva avvertito forti dolori addominali dopo pranzo e la mamma lo aveva accompagnato al pronto soccorso di Santorso. Era stato poi trasferito in pediatria e aveva atteso la visita del dottor Sartore, che aveva sottoposto a palpazione l’addome del piccolo. Quest’ultimo era poi stato dimesso. «Il medico ci aveva detto di stare tranquilli», hanno spiegato sconvolti i genitori. Poco dopo il rientro a Valli del Pasubio, però, Giulio aveva vomitato e i dolori erano diventati ancora più forti. Genitori e figlio erano dunque corsi per la seconda volta all’ospedale, arrivando attorno alle 19.30. A quel punto, le condizioni del bimbo erano critiche e, nonostante i disperati tentativi di strapparlo alla morte, non c’era stato nulla da fare. I PUNTI DA CHIARIRE. L’inchiesta coordinata dal pm Salvadori, che nominerà un pool di consulenti, ruota attorno a tre domande fondamentali. La prima: come mai il paziente di 3 anni è stato dimesso senza effettuare un’ecografia oppure un altro esame più approfondito rispetto alla palpazione? La seconda: l’indagine diagnostica avrebbe evidenziato la presenza della necrosi all’intestino come ipotizzato dalla procura? La terza e la più importante: se il medico dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso avesse scoperto la patologia durante la prima visita, avrebbe potuto scongiurare il dramma con un intervento chirurgico d’urgenza? Per conoscere tutte le risposte ci vorranno diverse settimane, forse qualche mese. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

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