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Il caso

L'imprenditore assolto: «Odissea lunga quattro anni per un'accusa infondata»

Gianluigi Filippi, 62 anni, nel 1981 ha creato il marchio Artel
Gianluigi Filippi, 62 anni, nel 1981 ha creato il marchio Artel
Gianluigi Filippi, 62 anni, nel 1981 ha creato il marchio Artel
Gianluigi Filippi, 62 anni, nel 1981 ha creato il marchio Artel

Un errore tributario per quattro anni si è tramutato in una spada di Damocle per l’imprenditore scledense Gianluigi Filippi, alla guida del gruppo Amg di San Vito di Leguzzano, rimasto sulla graticola giudiziaria fino a quando il giudice non l’ha assoluto dall’accusa di evasione fiscale con la formula più ampia del “fatto non sussiste”.  «Finalmente, perché sono stati patemi e disagi. Noi sapevamo di non avere violato la legge fiscale, il nostro avvocato Francesco Fontana e i consulenti tributari ci tranquillizzavano, ma solo con il verdetto c’è stata la certezza. Mi hanno sequestrato la casa e il mio storico conto corrente per quattro anni. Ho vissuto una situazione sgradevole, oltre ai notevoli costi sopportati», spiega Gianluigi Filippi, 62 anni, che ha creato una realtà industriale leader nei settori del riscaldamento e della climatizzazione, con 40 anni di esperienza e una rete distributiva in oltre 15 paesi. 
Il 2021 è stato un anno record per il gruppo che ha chiuso con un fatturato di 110 milioni di euro e un ebitda di alcuni milioni. Filippi ha inserito 41 nuove persone in azienda, gran parte delle quali laureate. 
«Adesso siamo in 152 - aggiunge - e la voglia di crescere c’è. Il capitale umano è di prim’ordine. Sono alla guida di 23 aziende, molte delle quali all’estero come si confà a una realtà articolata. L’errore degli inquirenti, nella mia vicenda, è stato quello di ritenere che Daicom spa avesse una sede fittizia a San Marino e che, come si dice in gergo, fosse esterovestita per non pagare le imposte in Italia. Bastava eseguire un sopralluogo a San Marino per comprendere che opera fin dal 1999 con due magazzini, tre impiegate e quattro magazzinieri con un fatturato di oltre 4,5 milioni di euro. Tutto era in ordine sotto l’aspetto fiscale e il tribunale l’ha confermato».
Daicom vende condizionatori e impianti fotovoltaici con marchio Artel, che è controllata gruppo “Amg spa”. Per la procura gli agenti commerciali dell’azienda avrebbero agito in Italia, generando negli anni introiti ritenuti non tassati per circa 300 mila euro, la cifra poi sequestrata. In realtà, l’avvocato Fontana ha smentito la tesi del pm che Filippi gestiva Daicom per il tramite di amministratori di fatto e utilizzava agenti che concludevano per conto della società sanmarinese contratti nel territorio italiano. Inoltre, se da un lato Filippi è il titolare del 75% del capitale di Daicom, dall’altro Oscar Fabbri e Massimo Zancanella nel 2011-2013 erano gli amministratori di diritto. Daicom, dunque, aveva la stabile organizzazione a San Marino. «L’aula ha dimostrato - conclude Filippi - che per ricostruire il reddito imponibile gli ispettori hanno usato solo l’elaborazione di questionari alla clientela, senza valutare le componenti passive di reddito. Dopo quattro anni il caso è chiuso, ma ho subito un ingiusto danno».

 

Ivano Tolettini

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