<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Cogollo

L’amplificatore
da 2,2 milioni
costruito in casa

Andrea Pivetta in fiera con il suo amplificatore da 160 mila watt
Andrea Pivetta in fiera con il suo amplificatore da 160 mila watt
Andrea Pivetta in fiera con il suo amplificatore da 160 mila watt
Andrea Pivetta in fiera con il suo amplificatore da 160 mila watt

 

Un’opera d’arte. Così la definisce l’autore. Certo, se la stanno contendendo a suon di milioni di dollari. L’offerta è arrivata a 2,2 milioni (i potenziali acquirenti sono in Arabia e Turchia) e Andrea Pivetta sta tentennando di fronte a simili cifre.

Il suo “Opera only” è un amplificatore da 160 mila watt di potenza, peso 1,5 tonnellate. Quando è spento risulta essere un impressionante prisma nero che si apre all’accensione in sei sezioni distinte.

Pivetta, 44 anni, non è alla sua prima impresa straordinaria. Nel tempo perso (si fa per dire) a casa si era costruito una jeep Renegade telecomandata su cui aveva montato un impianto da discoteca di luci e audio, facendo ballare il fuoristrada a tempo di musica. La trovata piacque tanto a Giancarlo Magalli che la portò nella sua trasmissione in prima serata di Rai Uno dedicata agli inventori pazzi. Poi era arrivato l’amplificatore astronave da 30 mila watt che apriva le sue ali. Adesso c’è questo nuovo mostro di elettronica, realizzato anch’esso nell’abitazione - laboratorio di Cogollo, a poche decine di metri dal viadotto S. Agata, che dispone di sei trasformatori toroidali da 30 watt a triplo isolamento e 2.112 transistor bipolari ad alta corrente. La gabbia è alta due metri e mezzo e sprigiona la sua potenza su due canali da 80 mila watt cadauno. Come dire: “il concerto di Vasco Rossi allo stadio mi fa un baffo”.

«Ci ho messo anni ma merita », assicura il diretto interessato, che ha partecipato a fiere internazionali del settore con la sua opera, ricevendo critiche entusiastiche dalle riviste specializzate dell’intero pianeta, tanto dallo stuzzicare l’appetito di appassionati mediorientali.

«L’offerta più alta è di 2,2 milioni di dollari (2 milioni di euro) e sto valutando se accettarla. Di sicuro i tempi di consegna saranno lunghi, almeno nove mesi. Mi dispiace disfarmi del mio gioiello ma, morto un papa, se ne fa un altro...»

Giusto per far capire che Pivetta non si ferma e pensa a qualcosa di più potente e mostruoso con cui passare le prossime serate dopolavoristiche a casa.

Mauro Sartori

Suggerimenti