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«Ipab esclusa dal bando» Il Comitato sanità attacca

Uno degli ingressi di via Baratto all’Ipab “La Casa”
Uno degli ingressi di via Baratto all’Ipab “La Casa”
Uno degli ingressi di via Baratto all’Ipab “La Casa”
Uno degli ingressi di via Baratto all’Ipab “La Casa”

“Quale progetto complessivo esiste su queste due strutture? Come possono i dirigenti non porsi il problema della sostituzione, non solo del gestore, ma anche di quella del personale, quando l’assistenza di queste fragili persone necessita di competenze ed esperienza che si possono acquisire solo in anni di lavoro sul campo?”. Sono alcune delle domande del Comitato in difesa della sanità pubblica Alto Vicentino in merito al nuovo bando per la gestione delle strutture psichiatriche “Il Cardo” e “San Michele” di Montecchio Precalcino, oggi in carico all’Ipab “La Casa” di Schio. Per i sindacati, il bando dell’Ulss 7 rischia di mandare in default la struttura scledense, in quanto, riferendosi al contratto delle cooperative anziché a quello delle Ipab, renderebbe difficile una partecipazione de “La Casa”. E in caso di vittoria di una coop privata, molti dei 112 dipendenti in forza a Montecchio potrebbero scegliere la via della mobilità, causando il dissesto della struttura, che conta oltre 400 lavoratori. «Questa è una scelta politica e si poteva scegliere diversamente - continua il comitato -. Era giuridicamente necessario fare un bando di gara che mette a rischio il posto di lavoro di 112 persone assunte con un contratto pubblico?». Il comitato fa poi riferimento alle rassicurazioni date dalle istituzioni. «Dopo aver comunicato la scelta dell’emissione del bando, l’Ulss e lo stesso direttore generale area sanità e sociale della Regione Domenico Mantoan avevano promesso, anche ai sindaci giustamente preoccupati, che esso avrebbe previsto il parametro della continuità assistenziale (ovvero avrebbe favorito chi lavora già nella struttura perché questo significa offrire un servizio di maggior qualità nel lavoro di relazione e di cura) - spiega il comitato - e soprattutto che il budget annuo messo a gara sarebbe stato pari alla spesa in essere. Queste promesse non sono state mantenute». «Io non ho promesso proprio nulla e ho già dato mandato ad un avvocato di denunciarli - è la replica di Mantoan -. La competenza della gara è dell’Ulss e la Regione non può intromettersi». «Avevamo parlato di queste cose ancora in estate in conferenza dei sindaci - sottolinea il sindaco Valter Orsi -. Da lì, abbiamo sempre spinto affinché in base ai criteri del bando non fossero tagliati fuori gli enti pubblici, in quanto la storia pubblica di questa struttura è garanzia di qualità. Dall’Ulss avevamo avuto delle aperture. Se si volevano escludere gli enti pubblici da queste strutture bisognava dirlo e sarebbe stato necessario accelerare con la legge sulle Ipab. Se sarà necessario tornare in piazza, muoveremo le città, perché certi servizi pubblici non possono diventare privati». «Negli atti di gara - dichiara l’Ulss 7 è stato correttamente indicato, quale contratto di riferimento applicabile per i servizi in questione, quello delle cooperative del settore sociosanitario-assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo così come indicato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nel disciplinare il costo del lavoro nel settore, con successivi decreti ministeriali di determinazione del costo medio orario in pubblicazione, da ultimo, nel 2020 -. È stato verificato che il costo orario assunto per definire la base d’asta copre il costo orario attualizzato comunicato dal gestore uscente, “La Casa”, come da tabella trasmessa dalla stessa. Nel capitolato speciale di appalto è stata espressamente prevista la clausola sociale del codice dei contratti». •

Matteo Carollo

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