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«Il medico ci disse di stare tranquilli»

Il pronto soccorso dell’ospedale Alto vicentino di Santorso.  FOTO DONOVAN CISCATO
Il pronto soccorso dell’ospedale Alto vicentino di Santorso. FOTO DONOVAN CISCATO
Il pronto soccorso dell’ospedale Alto vicentino di Santorso.  FOTO DONOVAN CISCATO
Il pronto soccorso dell’ospedale Alto vicentino di Santorso. FOTO DONOVAN CISCATO

Diego Neri Matteo Carollo È in programma oggi l’autopsia sul piccolo Giulio Cortiana, morto a soli 3 anni lunedì sera in ospedale a Santorso. Il pubblico ministero Luigi Salvadori ha incaricato la dott. Elisa Vermiglio di compiere l’esame, e dopo aver aperto un’inchiesta per omicidio colposo ha iscritto sul registro degli indagati il nome del pediatra Lorenzo Sartore, 58 anni, in forza al reparto del nosocomio Altovicentino, che qualche ora prima del decesso aveva visitato il piccolo Giulio. Il medico, assistito dall’avv. Anna Sambugaro, potrà nominare un suo consulente; la famiglia Cortiana, tutelata dai legali dello studio Fantini Cusinato Massalin, ha scelto come esperto il dottor Alessandro Peretti. L’obiettivo della procura è prima di tutto quello di appurare le cause della morte del bambino, che potrebbe essere stato ucciso da una peritonite; e quindi di comprendere se il pediatra o la struttura sanitaria potessero intervenire prima per salvargli la vita. Come noto, infatti, Giulio aveva pranzato in casa, in Val Maso di Valli del Pasubio; subito dopo aveva avvertito forti dolori. La mamma lo aveva accompagnato una prima volta in ospedale; era stato visitato dal dott. Sartore che lo aveva dimesso, anche perchè i dolori si erano attenuati. Ma poi, appena rientrato a casa, erano ripresi. Nuova corsa in ospedale; e Giulio era morto qualche ora dopo per la disperazione dei famigliari. IL RACCONTO DEI GENITORI. «Il medico mi aveva detto di andare a casa, di stare tranquilla». È il racconto straziante di Erica, la mamma del piccolo Giulio Cortiana, il bimbo di tre anni di Valli del Pasubio morto nella notte tra lunedì e martedì all'ospedale di Santorso. A pochi giorni dalla tragedia, i genitori del bimbo, che vivono nel quartiere Val Maso, sono ancora sconvolti. «Nei giorni precedenti il bambino stava bene, non sappiamo cosa possa essere successo – sono state le parole, ieri, del papà Luca Cortiana -. Eravamo andati in ospedale, poi ci hanno mandato a casa, quindi siamo tornati a Santorso perché Giulio non stava bene». Entrambi i genitori sono molto provati dalla terribile vicenda: attorno a loro si sta stringendo tutta la comunità di Valli del Pasubio in un grande abbraccio collettivo per cercare di alleviare il grande dolore. «Eravamo nella sala d’aspetto del reparto di pediatria dell’ospedale di Santorso e Giulio ha vomitato - è il drammatico racconto della mamma Erica ai microfoni del Tgr Veneto -. La mamma di un’altra bimba è andata di corsa a chiamare un’infermiera, la quale si è precipitata a pulire. A quel punto siamo andati in bagno a pulirci, poi abbiamo atteso ancora, non so dire per quanto tempo». Dopo l’attesa, il bimbo è stato visitato dal medico. «Quando siamo entrati a fare la visita, nel reparto di pediatria dell’ospedale, il medico mi ha chiesto i sintomi, che io gli ho descritto – prosegue Erica nel suo racconto -. Il dottore ha fatto stendere il mio bambino sul lettino e sembrava che Giulio cominciasse già ad avere sonno». Poi, sempre in base al racconto della madre, è proseguita la visita da parte del pediatra dell’ospedale Alto Vicentino. «Il medico lo ha visitato tramite palpazione addominale e mi ha detto che probabilmente poteva trattarsi di un virus gastrointestinale – continua Erica -. Secondo la sua ipotesi, poteva essere che Giulio fosse così debole perché aveva vomitato e si stava disidratando. Poi mi ha consigliato di andare a casa, di stare tranquilla». Ma il bimbo non si è ripreso, anzi, è peggiorato. E allora i genitori hanno deciso di riportarlo all’ospedale dal quale era stato da poco dimesso. «Giulio aveva le mani e i piedi freddi - racconta la madre -. All’ospedale gli hanno misurato la glicemia, era altissima. Hanno detto che forse avevano la diagnosi: diabete. Ma era tardi, il sangue di Giulio era troppo denso». L’epilogo è stato il più tragico. «Sembrava che facesse fatica a respirare, nel giro di un attimo ha cominciato a girare la testa, provava a parlare, parlava malissimo. E poi il suo cuoricino si è fermato». La voce della mamma è rotta dal dolore. «Non vogliamo incolpare nessuno - conclude -, ma vogliamo sapere cosa è successo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Diego Neri Matteo Carollo

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