<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il giudice dà ragione al Consiglio numero 3 sulla commercialista

Il consiglio di quartiere numero 3 di Ss. Trinità
Il consiglio di quartiere numero 3 di Ss. Trinità
Il consiglio di quartiere numero 3 di Ss. Trinità
Il consiglio di quartiere numero 3 di Ss. Trinità

La battaglia legale si conclude con un dato incontrovertibile. La decisione della commercialista Susanna Allari nel settembre 2017 di rimettere l’incarico che le aveva a suo tempo conferito il Consiglio di quartiere numero 3 “Ss.Trinita’, Piane e Resecco” ha fatto venire meno l’interesse dei consiglieri Manuel Cont e Sara Gasparin, rispettivamente compagno e figlia della professionista, ad agire contro lo stesso Consiglio. I due chiedevano che fosse annullata la delibera adottata con voto a maggioranza nella primavera ’17 di non rinnovare il mandato alla professionista per rivolgersi a un altro studio. L’ha stabilito il tribunale di Vicenza che ha respinto il ricorso dei due consiglieri di quartiere. La sentenza del giudice Francesco Lamagna accoglie le richieste degli avvocati Andrea Massalin e Michela Cressoni per conto del Consiglio presieduto da Sergio Gecchelin e chiude le ostilità. «È una vicenda che ho vissuto con disagio - spiega Gecchelin - perché sono sempre stato convinto che avessimo agito con correttezza e il tribunale lo conferma. Le porte del Consiglio restano aperte a tutti perché siamo volontari e operiamo per il bene del quartiere». Ad avviare la causa erano stati Cont e Gasparin, che chiedevano l’annullamento della delibera del 29 maggio 2017 dopo che il Consiglio di quartiere aveva trovato un’alternativa alla commercialista Allari a un costo inferiore. La decisione innescò tensioni. Il presidente Gecchelin aveva recepito un’istanza di altri due consiglieri mettendola ai voti per il cambio della professionista che da anni si occupava dei conti. Alcuni consiglieri, altresì, facevano osservare che la posizione di Cont e Gasparin era in conflitto d’interesse per gli stretti rapporti con la professionista, la quale aveva sempre svolto il suo compito in modo inappuntabile. Il tribunale osserva che dal momento che la commercialista il 26 settembre 2017 rassegnava le dimissioni dal proprio incarico, il ricorso presentato il successivo 2 novembre non aveva ragione d’essere per quello che il giudice Lamagna configura come carenza dell’interesse ad agire «essendo venuti meno i necessari requisiti di concretezza e attualità dell’interesse stesso». Interesse che fino al momento della rinuncia di Allari «era possibile individuare in capo ai ricorrenti». Cont e Gasparin sostenevano che la votazione che decideva il cambio della professionista era inficiata da nullità perché «non sarebbe stata raggiunta la maggioranza deliberativa richiesta dallo Statuto, pari alla maggioranza assoluta dei presenti». Al contrario Gecchelin rilevava che la votazione era stata legittima perché erano presenti 7 consiglieri su 11 e la proposta era stata approvata con 3 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti. E dello stesso avviso era il segretario comunale di Schio, avvocato Umberto Poscoliero. Pertanto, il tribunale nel respingere il ricorso di Cont e Gasparin li condanna a pagare le spese legali sostenute dal Consiglio di Circoscrizione e liquidate in oltre 2 mila euro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ivano Tolettini

Suggerimenti