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Il De Lellis fa acqua, piove in radiologia

Uno dei bidoni posizionati in  corridoio per raccogliere l’acqua che piove dal soffitto.  FOTOSERVIZIO  ZILLIKENL’intonaco malandato della parte più vecchia del De Lellis
Uno dei bidoni posizionati in corridoio per raccogliere l’acqua che piove dal soffitto. FOTOSERVIZIO ZILLIKENL’intonaco malandato della parte più vecchia del De Lellis
Uno dei bidoni posizionati in  corridoio per raccogliere l’acqua che piove dal soffitto.  FOTOSERVIZIO  ZILLIKENL’intonaco malandato della parte più vecchia del De Lellis
Uno dei bidoni posizionati in corridoio per raccogliere l’acqua che piove dal soffitto. FOTOSERVIZIO ZILLIKENL’intonaco malandato della parte più vecchia del De Lellis

Asciugamani a terra e bidoni in plastica per raccogliere l’acqua che cola dal soffitto nella Casa della Salute di Schio. Piove sulla salute degli scledensi, in senso letterale. La situazione di disagio è stata segnalata ieri mattina nella parte più nuova della struttura dell’ex ospedale San Camillo De Lellis, mentre centinaia di utenti, come ogni giorno, affollavano ambulatori, atri e corridoi. PERDITE. Sono due le zone colpite, quella della radiologia e quella della mensa, che mostra anche evidenti segni di umidità sui muri e sul soffitto come se queste ultime perdite non fossero esattamente una sorpresa comparsa all’improvviso nelle ultime ore. In ogni caso, le perdite non hanno interrotto i servizi erogati nella piastra sanitaria cittadina. Come in ogni giornata di pioggia, tra l'attesa per una visita specialistica, per prendere un appuntamento e un caffè all’affollato bar, tutta l’area frequentata dagli utenti era “tappezzata” dai cartelli gialli che segnalavano il pavimento bagnato e scivoloso, con il continuo passaggio degli addetti alle pulizia che tentavano di ripulire le tracce del frenetico viavai. Nulla, però, è stato possibile fare per l’acqua che non arrivava da ombrelli e scarpe bagnate, bensì direttamente dal soffitto. Solo una soluzione “tampone”, cioè quella di ricorrere a teli, asciugamani e bidoni (più capienti dei tradizionali secchi) per contenere le gocce ed evitare che si potessero creare pericolose pozzanghere sul pavimento. Non una grande sorpresa quella degli utenti che, imperterriti e in qualche modo rassegnati, continuavano ad attendere il loro turno a pochi metri dalle gocce che scendevano dall'alto. Anche se sembra evidente la correlazione tra l'acqua piovana e le perdite, al momento non è ancora dato sapere se dietro le infiltrazioni possano esserci altre motivazioni. LA STRUTTURA. Quello che è certo è che se la parte più nuova dell’ex ospedale De Lellis, frequentata da migliaia di utenti per i più disparati motivi legati alla salute, perde acqua dal soffitto, non ci si può meravigliare se la parte più vecchia e che per lungo tempo è stata dedicata alle degenze è in uno stato preoccupante e perde letteralmente pezzi. Sebbene la zona più danneggiata sia difficilmente raggiungibile dai passanti che circolano nell’area (è protetta anche da una recinzione), ci sono reti rosse a segnalare l’inevitabile degrado dell’ala da cui si sono staccate diverse porzioni di facciata. Si tratta in particolare dell’ala sud-est nel settore tra il secondo ed il terzo piano. È dal 2003, anno in cui ha preso vita l'ospedale unico, che gli investimenti sul De Lellis sono infatti bloccati anche se in fondo al tunnel c'è una luce che sembra si sia accesa qualche settimana fa. La Direzione generale dell’Ulss 7 “Pedemontana” ha allertato il servizio tecnico: «È una copertura in guaina di circa 10 mila metri quadri che, anche per l'usura del tempo in fabbricati non nuovi, in caso di pioggia può provocare questi problemi. Abbiamo già effettuato dei sopralluoghi per tamponare la situazione e garantire la sicurezza di utenti e operatori e, non appena la copertura sarà asciutta, provvederemo alla sistemazione definitiva: se agissimo ora, la riparazione non avrebbe effetto». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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