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Il bimbo, il sindaco e il lampione in dono

Leonardo, sei anni, sotto al “suo” lampione, regalo del sindaco
Leonardo, sei anni, sotto al “suo” lampione, regalo del sindaco
Leonardo, sei anni, sotto al “suo” lampione, regalo del sindaco
Leonardo, sei anni, sotto al “suo” lampione, regalo del sindaco

Una storiella a lieto fine con un bimbo di sei anni che incalza il sindaco perché non riesce a giocare nel parco davanti a casa quando cala la sera: lo tampina una volta, poi due, lo affronta persino nella sede municipale, ed infine ottiene quanto richiesto senza bisogno di segnalazioni sul city-web o proteste scritte: un bel lampione alto sette - otto metri. Succede che Valter Orsi vada a far visita, nell’autunno scorso, quando l’anno scolastico è ripreso da poco, alla scuola elementare di Ca’ Trenta, fa il suo discorsetto per augurare a tutti un buon anno scolastico e poi domanda se qualcuno ha richieste particolari da fare. Leonardo, sei anni, alza la mano senza timori e chiede: «Nel piccolo parco giochi del villaggio dove abito, sempre qui a Ca’ Trenta, non c’è illuminazione, sicché di sera non si può giocare. Non è possibile mettere un lampione funzionante?» Il primo cittadino sorride, prende nota e assicura: «Farò in modo di esaudire la tua richiesta». Promessa elettorale con le amministrative che incombono? Magari Leonardo è troppo giovane e poco smaliziato per pensarlo, ma passa il tempo e dell’illuminazione non c’è traccia. Le settimane trascorrono ed un giorno il nonno Lucio va in municipio per sbrigare alcune pratiche e si fa accompagnare dalla moglie e da due nipotini. Uno dei due è Leonardo che, combinazione, incrocia il sindaco nel corridoio di palazzo Garbin. E con coraggio lo affronta: «Ti ricordi di me? Sono il bambino che ti ha cihiesto un lampione per l’area verde del villaggio. Che fine ha fatto?». Orsi, sorpreso da tanto ardire, non può che controbattere: «Mi ricordo benissimo. Appena salgo in ufficio allerto gli operai comunali e li mando a fare un sopralluogo. Poi vedrai che sistemeremo la faccenda». Passa una decina di giorni e nonno Lucio nota alcuni operai nel parchetto: «Per la verità succede abbastanza spesso di vedere dipendenti comunali che lavorano per sistemare il parchetto, sfalci dell’erba, raccolta dei sacchetti di immondizie e altro, quindi non abbiamo assolutamente pensato a qualche altro lavoro... ma, con grande sorpresa, dopo poco è apparso il lampione che mio nipote aveva chiesto». E che ora tutti chiamano “il lampione di Leonardo”, anche se il nonno precisa: «Molto probabilmente il Comune aveva già avuto qualche segnalazione sul problema dell’illuminazione del parchetto, ma il merito del sindaco, a parer mio, è stato proprio quello di prendere la richiesta “sul serio”, nonostante arrivasse da un bambino. Ad essere proprio precisi, in realtà un lampione in quel punto era stato installato già molti anni fa, ma da allora le piante che lo circondavano erano cresciute e l’avevano praticamente oscurato; da qualche mese poi, la lampadina non funzionava più. Gli operai non si sono limitati a sostituire la sola lampadina ma, anche il sostegno alto poco più di due metri, con un vero e proprio lampione stradale che ora illumina assai meglio la zona». E con la bella stagione che incalza, Leonardo e i suoi amichetti avranno un motivo in più per giocare fino a tardi, genitori permettendo... • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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