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Ambiente

I torrenti in secca diventano discariche. Volontari all'opera per ripulirli

La grande sete e la grande sporcizia dei torrenti. Mesi di siccità hanno ridotto i corsi d’acqua a distese di sabbia e pietre, dalle quali spuntano, qua e là, sparuti ciuffi d’erba e i rifiuti frutto dell’inciviltà dell’uomo. La situazione si presentava chiaramente, nella sua desolazione, ieri, affacciandosi dal ponte del Gemellaggio, passerella in legno e acciaio che unisce le due sponde del Giara a Isola Vicentina. D’altronde il nome “Giara”, ghiaia in dialetto veneto, dice tutto a proposito di un torrente che raramente si ingrossa al punto da nascondere per intero il proprio fondo. 
Così, però, è troppo: in questi giorni non è difficile notare qualche visitatore che attraversa i torrenti ridotti a strade pietrose lungo le arterie d’asfalto. Come ieri, quando i volontari dell’associazione Plastic Free di Isola sono scesi nel letto del fiume per cercare di risolvere l’altro problema: l’immondizia che si accumula sugli argini, sulle sponde e nei letti. E proprio nei momenti di siccità il corso d’acqua restituisce allo sguardo con maggior evidenza uno spettacolo impietoso.
Cartacce, bottiglie di plastica o vetro, mozziconi di sigaretta, sacchi interi gettati dall’argine: esempi di inciviltà ai quali ieri alcuni volontari, tra cui intere famiglie con bambini, ma anche amministratori come l’assessore all’ambiente Nicolas Cazzola, hanno cercato di porre rimedio. Armati di guanti, sacchi e pinze per raccogliere i rifiuti, gli ambientalisti hanno ripulito fiume e argini. 
Un lavoro reso possibile dalle condizioni del torrente, ridotto a una distesa di ghiaia, erba e arbusti. C’è poco da stare allegri, però: se il lavoro di alcuni può aiutare a riparare i danni di altri, per l’arsura del corso d’acqua trovare una soluzione in tempi rapidi è più complicato. E il temporale di ieri, che ha causato danni in varie parti del Vicentino, con pochi minuti di pioggia, non ha certo contribuito in maniera sensibile di fronte ad una siccità che perdura da mesi. 
Una condizione che richiederebbe precipitazioni di ben altra portata e durata; oppure più neve in montagna, che sciogliendosi potrebbe portare sollievo all’aridità a valle. La situazione non cambia spostandosi a nord. Stesso giorno, zona di Liviera, a Schio. Affacciandosi dal ponte a pochi metri dalla rotonda su cui si innesta la nuova bretella, il colpo d’occhio sul torrente Leogra è altrettanto impietoso: una lunga striscia bianca di sassi e sabbia corre a perdita d’occhio, sia verso sud che verso le montagne. L’erba inizia a crescere nell’alveo: l’acqua non si vede da tempo. Gli argini sono coperti dalla vegetazione, in gran parte secca. Il corso d’acqua si può attraversare a piedi e non differisce molto dall’aspetto di una strada in costruzione. Anche qui la pioggia di ieri non ha prodotto giovamenti. Per oggi, le previsioni meteo parlano di una bella giornata di sole; di pioggia, neppure l’ombra. E i fiumi continuano a soffrire la sete. 

 

Matteo Carollo

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