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I 200 anni del duomo, maestoso simbolo

Un’immagine del duomo di San Pietro che troneggia su piazza Rossi.  STUDIO STELLAIl “Messiah” di Haendel proposto in duomo qualche settimana fa
Un’immagine del duomo di San Pietro che troneggia su piazza Rossi. STUDIO STELLAIl “Messiah” di Haendel proposto in duomo qualche settimana fa
Un’immagine del duomo di San Pietro che troneggia su piazza Rossi.  STUDIO STELLAIl “Messiah” di Haendel proposto in duomo qualche settimana fa
Un’immagine del duomo di San Pietro che troneggia su piazza Rossi. STUDIO STELLAIl “Messiah” di Haendel proposto in duomo qualche settimana fa

Il 6 gennaio del 1820 l’allora arciprete di Schio Giuseppe Manfrin Provedi, appena ordinato vescovo di Chioggia, consacrava il duomo di San Pietro. A 200 anni di distanza sarà un altro presule della diocesi chioggiotta, mons. Adriano Tessarollo, a partecipare alla solenne concelebrazione commemorativa nel giorno dell’Epifania. Curiosa coincidenza, anche mons. Tessarollo era passato da Schio prima di diventare vescovo. La storia si ripete, dopo due secoli. La città esce da un bicentenario, quello di Alessandro Rossi, per passare ad un altro, quello della chiesa diventata un simbolo maestoso da cartolina, nonostante la sua facciata mostri i segni del tempo ed abbisogni di cure. LA STORIA. Bisogna precisare che quella che si ammira ora è l’ultima ricostruzione di un tempio di oltre mille anni fa, eretto sul colle Gorzone. L’attuale struttura interna, a tre navate, fu iniziata nel 1740 dal bassanese Giovanni Miazzi e conclusa, oltre un secolo dopo, dalle due navate laterali progettate da Antonio Caregaro Negrin, l’archItetto vicentino che lega dunque questo simbolo allo stesso Alessandro Rossi e a diversi altri edifici simbolo della città laniera. Il pronao, su progetto del veneziano Antonio Diedo, fu realizzato tra il 1805 e il 1820 appunto, mentre la scalinata scenografica fu costruita nel 1837 da Tomaso Meduna. E dal 5 gennaio, giorno dell’anniversario, partirà un ricco calendario di iniziative destinato a protrarsi fino al 29 giugno, festa di San Pietro a cui il duomo è dedicato. IL PROGRAMMA. Domenica 5 gennaio alle 16 ci sarà un concerto corale delle campane di Schio a cura del centro Elia Dalla Costa, da un’idea del maestro Giovanni Bonato con la scuola campanaria di San Marco di Vicenza. Alle 21 concerto in multivisione “I tre lorienti”. Lunedì 6 alle 11 solenne concelebrazione del bicentinario, presieduta appunto da mons. Tessarollo assieme ai mons. Lodovico Furian e Bruno Stenco, anche loro arcipreti di S.Pietro, dell’attuale don Mariano Ronconi e da tutti i sacerdoti delle unità pastorali scledensi. Alla fine della funzione saranno distribuiti i biscotti di San Pietro. Le iniziative proseguiranno nei fine settimana successivi. Da segnalare la commemorazione del battesimo in battistero, domenica 12 alle 11, la visita guidata in duomo di sabato 25 gennaio “sulle tracce di Alessandro Rossi”, e le celebrazioni in memori di santa Giuseppina Bakhita dal 5 al 9 febbraio. Più avanti altri concerti, visite alla quadreria della canonica e del duomo che comprende opere di autori rinascimentali prestigiosi, incontri culturali. LE MOTIVAZIONI. “Siamo pietre vive” è il titolo dato al bicentenario, così motivato: “La solenne cerimonia di consacrazione di 200 anni fa vedeva la partecipazione di tutto il clero, le autorità e i cittadini di Schio, che tale opera avevano sostenuto nel corso di più di 60 anni. La comunità di San Pietro, allo scadere del ducecentesimo anniversario, propone a Schio d di commemorare questo avvenimento prendendo spunto dalla metafora di san Pietro, quella delle pietre vive che posano su Cristo, pietra angolare, a costruire l’edificio spirituale della Chiesa”. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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