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Giocati nelle sale slot 87 mila euro al giorno

La piaga del gioco d’azzardo si fa sentire anche a SchioL’aula consiliare l’altra sera durante la discussione.  MA.CA.
La piaga del gioco d’azzardo si fa sentire anche a SchioL’aula consiliare l’altra sera durante la discussione. MA.CA.
La piaga del gioco d’azzardo si fa sentire anche a SchioL’aula consiliare l’altra sera durante la discussione.  MA.CA.
La piaga del gioco d’azzardo si fa sentire anche a SchioL’aula consiliare l’altra sera durante la discussione. MA.CA.

Bruciati nelle sale slot, in un anno, più di 31 milioni di euro: sono 87 mila euro al giorno. È il dato riguardante il gioco nel 2018 a Schio, uno scenario nel quale permangono sacche di illegalità: secondo i dati del Comune, in poco più di 4 anni sono state oltre 350 le multe nei confronti di 19 sale da gioco e bar. L'argomento ha tenuto banco in consiglio comunale, in seguito ad un'interrogazione presentata dal consigliere Alex Cioni del gruppo Schio città capoluogo - Prima Schio. I SOLDI. A snocciolare le cifre di fronte all’assemblea consiliare, sulla base dei dati del ministero delle Finanze, è stato il sindaco Valter Orsi. È emerso che l'anno scorso, il gettito arrivato nelle casse dello Stato grazie a videopoker e altri giochi, in città, sia stato pari ad 800 euro pro capite. Moltiplicato per i residenti, fanno circa 31 milioni 200 mila euro. E tenendo presente che non tutti i residenti di Schio sono giocatori, il fenomeno assume contorni ancora più preoccupanti: la somma va infatti spalmata su un numero più basso dei circa 39 mila scledensi. In città, dunque, c'è chi gioca più di 800 euro all'anno. «Una piaga». È questo il termine utilizzato dal sindaco Orsi per descrivere un fenomeno che sta avendo «costi sociali altissimi». Persone che cadono nel vortice del gioco d'azzardo senza riuscire più ad uscirne, trascinando con sé anche i propri cari. Somme sempre più alte inserite nelle macchinette, denaro sottratto ai bilanci familiari, con conseguenti ricadute sulla vita quotidiana. «Al di là delle parole non ho ancora visto il riconoscimento della ludopatia nei programmi sanitari – ha sottolineato il primo cittadino in Consiglio -. Si scarica tutto sul sociale. Sono sempre di più i familiari dei giocatori che si rivolgono al Comune per chiedere aiuto». Gli sforzi per arginare il fenomeno da parte del Comune sono costanti, anche per far fronte ai ricorsi al Tar contro l'ordinanza in vigore presentati dalle sale slot, i quali hanno comunque sempre visto l'Amministrazione uscire vittoriosa. LE MULTE. Nel marzo del 2015 è entrata in vigore l'ordinanza del sindaco che disciplina gli orari di esercizio delle sale da gioco e degli apparecchi con vincite in denaro nei bar. La misura stabilisce che le slot possono rimanere accese tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22. L'ordinanza, però, non sempre viene rispettata, come accertato dai controlli di polizia locale, carabinieri, guardia di finanza: in 4 anni le verifiche hanno portato a 352 sanzioni, per una somma di 36 mila 950 euro, nei confronti di 19 sale da gioco e bar; sono stati adottati poi 23 provvedimenti di sospensione delle attività per periodi da tre a sette giorni. «È una guerra impari perché è lo Stato l'incassatore primario di questo affare», commenta il consigliere Cioni. L'esponente della minoranza propone di mettere in campo una task force composta da tutte le forze di polizia per «attivare delle operazioni di controllo a tappeto che in maniera sistematica e periodica vadano a colpire i “furbetti”». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Carollo

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