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Schio/Vicenza

Frode fiscale da 4milioni di euro nel mercato del legno: indagati nove imprenditori

L'intervento dei finanzieri nell'ambito dell'operazione "Legno tarlato"
L'intervento dei finanzieri nell'ambito dell'operazione "Legno tarlato"
Operazione GdF Schio

I Finanzieri del comando provinciale di Vicenza  hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di oltre 1,2 milioni di euro nei confronti di nove imprese e di altrettanti imprenditori.

 

Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della compagnia di Schio nell’ambito dell’operazione “Legno tarlato”, sono iniziate nel 2019, dall’avvio di un controllo fiscale nei confronti di due ditte individuali con sede in città, operanti nel settore del commercio di pallet in legno e riconducibili al medesimo titolare, evasori totali o paratotali nel periodo sottoposto ad ispezione.

Nel corso dei citati interventi, era ricostruito come le ditte avessero emesso, dal 2014 al 2019, 317 fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, per oltre 3,8 milioni di euro nei confronti di sette imprese ubicate in tutto il nord Italia (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte).

 

 

Tutte le società clienti sono accomunate dall’attività economica esercitata, il ritiro di pallets usati (a titolo gratuito) e la successiva riparazione, cui segue la vendita dei prodotti lavorati. Trattasi di un’attività commerciale ad alto valore aggiunto, in virtù dell’esiguità dei costi sostenuti nella fase iniziale, per cui le stesse società, al fine di abbattere l’imponibile fatturato ed evadere le imposte dirette, hanno annotato in contabilità elementi negativi fittizi. Essendo un settore economico ad alto rischio di frode fiscale, le cessioni di “bancali in legno (pallet) recuperati ai cicli di utilizzo successivi al primo” sono assoggettate, sin dal 2015, al meccanismo dell’inversione contabile (reverse charge), per cui l’Iva non viene addebitata in fattura bensì integrata dall’acquirente.

 

Nel febbraio 2020, erano state eseguite 24 perquisizioni locali che avevano permesso di appurare l’avvenuta annotazione in contabilità e il successivo utilizzo in dichiarazione delle fatture emesse dalle “cartiere” scledensi, mentre in quattro casi le fatture di acquisto e le scritture contabili erano state occultate dai titolari delle imprese clienti. Era stata, inoltre, rinvenuta e sequestrata copiosa documentazione manoscritta, con cui i titolari delle ditte emittenti annotavano, con cura certosina, il profitto a loro spettante per la condotta illecita, pari al 5% dell’importo di ogni singola fattura emessa.

 

 

Complessivamente sono 9 le persone indagate per emissione fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed occultamento o distruzione di scritture contabili. Il gip ha quindi emesso un decreto di sequestro preventivo nei confronti delle nove imprese coinvolte (le due ditte emittenti e le sette utilizzatrici), nonché di nove persone fisiche, titolari di fatto o diritto, per 1.252.948,68 euro, importo pari alla sommatoria dell’evasione delle imposte sul reddito (e, in minima parte, dell’Iva) conseguita con l’utilizzo o l’occultamento dei documento fittizi, e del profitto personale dei due titolari delle imprese cartiere. Le misure cautelari hanno ad oggetto immobili, anche di particolare pregio, disponibilità finanziarie e beni mobili riconducibili alle persone fisiche e giuridiche attinte dall’odierno provvedimento.

Contestualmente, le Fiamme Gialle scledensi stanno dando esecuzione a otto decreti di perquisizione locale, nelle province di Vicenza, Verona, Mantova, Reggio Emilia e Sassari.

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