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Don Mariano, il parroco senza preti

La nomina sarà ufficializzata il 29 giugno, in occasione della festa del patronoDon Mariano Ronconi, confermato parroco di San Pietro
La nomina sarà ufficializzata il 29 giugno, in occasione della festa del patronoDon Mariano Ronconi, confermato parroco di San Pietro
La nomina sarà ufficializzata il 29 giugno, in occasione della festa del patronoDon Mariano Ronconi, confermato parroco di San Pietro
La nomina sarà ufficializzata il 29 giugno, in occasione della festa del patronoDon Mariano Ronconi, confermato parroco di San Pietro

L’annuncio ufficiale è previsto per il 29 giugno, festa dei patroni di Schio, SS. Pietro e Paolo, ma ormai è di dominio pubblico la riconferma di don Mariano Ronconi a parroco di San Pietro. Una nomina inaspettata. Invece giorni fa è arrivata la lettera di nomina - spiega don Mariano - e devo dire un po’ a sorpresa anche se mi avevano promesso che sarei rimasto in parrocchia come collaboratore. Nella lettera che mi hanno inviato si sono rivolti non solo a me ma anche a don Luca Trentin confermando che rimarrà parroco delle tre unità che fanno un’unica realtà pastorale, ossia Sacro Cuore, Poleo e Santa Caterina. Nel contempo siamo stati informati che viene rinviata l’ufficialità dell’unità pastorale che sembrava partisse a settembre. La sua nomina a parroco di San Pietro è giunta per sostituire don Bruno Stenco che ha dovuto lasciare la città per motivi di salute. Da supplente a titolare, cosa può cambiare? Pur essendo in città da molti anni e vivendo in canonica con gli altri preti, la prima nomina è stata davvero un colpo che non mi aspettavo; già allora mi avevano dato una missione e cioè quella di creare un’unità all’interno della parrocchia e credo che sia questa la strada che dovrò percorrere. Intanto si vedono già i frutti della collaborazione che avete instaurato con i Salesiani. Con don Alberto ci siamo confrontati e non è stato facile far coincidere i programmi della parrocchia e dell’oratorio perchè non è cosa semplice. Però quello che ha permesso di andare avanti è stata la nostra rinuncia a celebrare una messa prefestiva e lasciare a loro la celebrazione eucaristica della gioventù, dell’oratorio, degli sportivi, al sabato sera in duomo. Questo, secondo me, è stato l’input per partire con una collaborazione costruttiva , di formazione e avere quindi una linea chiara sul cammino pastorale, collaborazione che abbiamo intrapreso anche con le Canossiane che ci hanno dato una grossa mano sulla formazione della catechesi. Un’ altra realtà è San Nicolò: vogliamo unire, rispettando le caratteristiche, questa importante unità. I Capuccini sono un’isola fertile, cioè coltivata da padri francescani da secoli, e riuscire a farla entrare nell’unità parrocchiale e un domani nell’unità pastorale e un’altra bella meta da raggiungere. Con le altre parrocchie parlate la stessa lingua, ma con altre religioni com’è il dialogo? Non è un grandioso rapporto. i si guarda volentieri, ma se con i singoli e molto più semplice perché la porta è aperta a tutti, non riusciamo a porre dei legami con i cardini di queste realtà, e quindi ti trovi sempre un po’ nell’incertezza. C’è tanto da lavorare ma i preti latitano... Quest’anno s’è registrata un’unica ordinazione presbiterale diocesana, mettiamoci qualche croce incontrata lungo il percorso. Ci sono delle difficoltà ad avere sacerdoti. Vedo uno spiraglio nei salesiani: sabato prossimo a Chioggia il vescovo don Adriano Tessarollo, già arciprete di Schio, ordinerà quattro nuovi prelati, fra cui uno scledense, don Pietro Pietrobelli che celebrerà la sua prima messa domenica alle 11 nel nostro duomo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Terragin

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