<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Chiede di essere cremata
ma si scordano le ceneri

di Mauro Sartori
In aumento le autorizzazioni per le cremazioni in città. ARCHIVIO
In aumento le autorizzazioni per le cremazioni in città. ARCHIVIO
In aumento le autorizzazioni per le cremazioni in città. ARCHIVIO
In aumento le autorizzazioni per le cremazioni in città. ARCHIVIO

Muore a 51 anni, stroncata da un male incurabile, e lascia come disposizione di essere cremata. Ma le sue ceneri nessuno le ritira e così, dopo un anno e mezzo di parcheggio, finiscono in una fossa comune.

È la triste storia di E.S, residente a Schio, una vita probabilmente travagliata, finita nel settembre 2015 in una struttura per lungodegenti da dove, quando entrò, sapeva di non poterne uscire viva, tanto che aveva espresso il desiderio di essere cremata e di disperdere le ceneri in un luogo che aveva indicato. Peccato che nessuno si sia fatto vivo per reclamarle ed eseguire appunto il desiderio.

“Preso atto che nessuno degli aventi causa ha disposto in merito o ha fatto emergere qualsiasi altra diversa manifestazione di volontà, richiamata la legge regionale che stabilisce come il cinerario comune è destinato alla raccolta delle ceneri nel caso in cui non siano richieste dai familiari per altra collocazione, ordina agli incaricati del servizio cimiteriale l’esecuzione della sepoltura, senza ulteriori formalità”. Queste le indicazioni burocratiche fornite dai dirigenti comunali agli addetti, che hanno provveduto a sistemare l’urna assieme ad altre, anonime, in una specie di fossa comune. Nessuno potrà piangere E.S. davanti ad una lapide. Non è l’unico caso simile verificatosi a Schio e saranno sempre di più, visto che la cremazione sta prendendo piede.

I dati statistici comunali del 2016 dicono che ormai un defunto su quattro finisce cremato, un centinaio solo lo scorso anno. Almeno tante sono le autorizzazioni rilasciate. Di questi, 28 sono quelle relative all’affidamento delle ceneri in abitazione e 6 sono le dispersioni autorizzate in natura. Gli altri finiscono nel cinerario comune a Santa Croce, come i resti di E.S., anche se nella stragrande maggioranza dei casi c’è qualcuno che ha deciso la collocazione, oppure in uno spazio privato purchè consentito dal proprietario.

La dispersione in natura, a Schio, avviene necessariamente sul monte Novegno, unico luogo autorizzato, vicino alla Busa, a circa 1.600 metri di altitudine. Il tutto si svolge sotto lo sguardo attento di un funzionario comunale perché “la dispersione delle ceneri deve essere eseguita in modo controllato“, come dispone una legge regionale del 2010.

L’autorizzazione peralto viene rilasciata dopo aver acquisito, oltre alla volontà del defunto secondo le modalità previste, il benestare unanime di tutti i soggetti aventi interesse ad intervenire nella decisione. Familiari ed eventuali eredi altri, in definitiva.

Sta di fatto che la cremazione sta prendendo sempre più piede, ed anche l’affidamento delle ceneri in abitazione diventa una scelta molto delicata. Le motivazioni sono le più disparate ma ricadono inevitabilmente sui parenti che se ne dovranno poi occupare. Peraltro una scelta adottata da ben 28 famiglie scledensi nel solo 2016 e destinata ad incrementare, secondo le prime stime dell’anno in corso non ancora ufficiali ma che confermano la tendenza espressa.

Suggerimenti