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Schio

Cestaro acquista l'area ex Lanerossi all'asta per oltre 7 milioni di euro

Dopo decenni di abbandono per l'area ex Lanerossi sta per aprirsi una nuova stagione
Dopo decenni di abbandono per l'area ex Lanerossi sta per aprirsi una nuova stagione
Dopo decenni di abbandono per l'area ex Lanerossi sta per aprirsi una nuova stagione
Dopo decenni di abbandono per l'area ex Lanerossi sta per aprirsi una nuova stagione

Ha un nome, un volto e una lunga storia e, soprattutto, è di Schio l’acquirente dell’area ex Lanerossi. Si tratta di Marcello Cestaro, patron del gruppo Unicomm, che, d’intesa con il Comune, punta al rilancio dell’area di 125 mila metri quadri che ha fatto la storia industriale della città. La notizia rimane ufficiosa anche se tutti, o molti, sanno, ma nessuno è disposto a parlare perché mancherebbe un solo tassello all’ufficialità, prima di dare in grande stile la notizia di un progetto destinato a lasciare il segno. Si sapeva, e ne abbiamo dato notizia, che all’asta si è presentato un solo acquirente, che ha fatto un’offerta di oltre 7 milioni. Si sa che non c’è stato nessun rilancio nei dieci giorni successivi e quindi che non ci sono stati intoppi. È pertanto solo una questione di tempi tecnici di chi sta gestendo la pratica. Pochi giorni insomma per sancire l’ufficialità ad un’operazione a lungo attesa che con i nuovi attori in campo dovrebbe aprire prospettive di autentico rilancio per il cuore di Schio.

L’area Un pezzo di storia scledense da lungo tempo in stato di abbandono ora ha un nuovo proprietario. L’area ex Lanerossi che si estende da via Pasubio a via Maraschin è stata acquistata con un’unica offerta arrivata all’asta milanese nell’ambito della quale sono andati in vendita i beni immobili di Aree Urbane srl per un totale di 125 mila metri quadrati comprensivi di terreni, fabbricati e crediti, ancora da definire con il Comune a fronte di una cessione gratuita avvenuta nel 2013. Nel lotto non rientrano l’ottocentesca Fabbrica Alta, monumento all’archeologia industriale italiana che è di proprietà comunale proprio a fronte della cessione risalente al 2013, la centrale termoelettrica del 1922 e la ciminiera, la centrale idroelettrica Umberto I, lungo la roggia Maestra e l’edificio dell’ex assortissaggio. 

Il futuro Il rilancio dell’area ora può finalmente concretizzarsi. E sarà il ritorno alla vita di un’area abbandonata da troppi anni. Nulla è trapelato finora delle intenzioni dell’acquirente, ma rilancio sarà la parola d’ordine. Un rilancio già previsto nell’ambizioso “piano Gregotti”, stilato dall’archistar nel 2006, mai decollato a causa della successiva crisi economico - finanziaria del 2008 e che prevedeva 143 mila metri quadrati, un volume edificabile privato di 270 mila metri cubi, cui si dovevano aggiungere 44 mila metri quadrati di edilizia convenzionata. E ancora oltre 3.200 nuovi parcheggi, due terzi dei quali pubblici, un parco di oltre 20 mila metri quadrati. Storia passata. Il Comune, come aveva dichiarato al nostro giornale il sindaco Valter Orsi alla notizia della messa all’asta, è creditore, nei confronti di Aree urbane, di imposte che solo di Imu inevasa, nel 2018, ammontano ad 1,5 milioni di euro, importo da aggiornare e che adesso si avvicina ai 2 milioni di euro.  

Marialuisa Duso e Rubina Tognazzi

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