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Centro Morosini, è fallita la Sporting

“Sporting Club Isola srl” è fallita. Il presidente Giuseppe Limitone ha accolto la richiesta avanzata dalle banche ed ha disposto la chiusura della società, con sede a Vicenza in via Mazzini, il cui nome è legato al centro tecnico “Piermario Mororini” di Castelnovo, dove si allena - a quanto pare, ancora per pochi giorni - il Vicenza Calcio. L’ultimo bilancio, depositato a dicembre scorso, vedeva debiti per 8 milioni di euro, e un attivo di circa 9 milioni, costituito però soprattutto dal valore di immobili e terreni. Curatore fallimentare è stato nominato Franco Camerra.

La notizia del fallimento è destinata a creare ancora più caos nella complessa trattativa della cessione della società biancorossa, anche se “Sporting” era esterna al perimetro del gruppo sportivo. L’impresa, che vedeva per presidente del consiglio di amministrazione Aronne Miola, già alla guida del Vicenza, socio al 26 per cento, aveva nella compagine che Igino Frugani, al 24 e la Fiduciaria professionisti veneti al 25; l’ultimo 25 per cento era ancora di Frugani, con un pegno però della Banca popolare dell’Alto Adige.

L’origine della “Sporting” risale ai primi anni Duemila, quando il Vicenza Calcio valutò l’opportunità di dotarsi di un centro tecnico per gli allenamenti. Nel 2002 venne stipulata una convenzione a tre, fra Vicenza (il direttore generale era Rinaldo Sagramola), “Sporting” e Comune di Isola (sindaco Valter Baruchello). L’accordo prevedeva fra l’altro la realizzazione degli impianti, ma anche - in una vasta area lottizzata - l’edificazione di villette e abitazioni; e ancora, a scomputo degli oneri di urbanizzazione, una palestra, che venisse utilizzata sia dai biancorossi che dalle altre associazioni sportive del paese. Quella palestra oggi è inagibile, dopo un fortunale di agosto. L’intesa prevedeva anche il pagamento, da parte del Vicenza, di una sorta di affitto mensile a “Sporting”, che era proprietaria delle strutture - oltre alla palestra, gli spogliatoi - e a “River”, un’altra società proprietaria invece dei campi sportivi, che ora i biancorossi sarebbero intenzionati a lasciare trasferendosi per gli allenamenti a Caldogno dopo la scadenza di un accordo. Infine, da convenzione “Sporting” avrebbe potuto realizzare anche altri immobili, ad uso anche sanitario, che però non sono mai stati edificati.

Da allora, il mercato è profondamente cambiato e gli utili per l’impresa si sono ridotti, tanto che le banche, non avendo ottenuto quanto chiedevano, hanno chiesto al tribunale di decretare il fallimento. Va detto che da tempo l’“affare” stipulato 15 anni fa è al centro di un aspro dibattito, soprattutto in seno al Vicenza, perché il centro tecnico, comunque un fiore all’occhiello per i colori biancorossi, ha dei costi di gestione notevoli; ingenti per una squadra in serie B, difficilmente gestibili se milita come oggi in serie C.

Ora spetta al curatore analizzare i beni in capo a “Sporting” e valutare le pretese dei creditori. Servirà del tempo. Intanto, il futuro per il Vicenza rimane quanto mai incerto, e lo stesso quello delle strutture di Castelnovo.

Diego Neri

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