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Capre sbranate dai lupi È allarme sui sentieri

Una capra sbranata dal branco di lupi provenienti dalla VallarsaUn’altra capra trovata uccisa dal branco vicino al ponte tibetano
Una capra sbranata dal branco di lupi provenienti dalla VallarsaUn’altra capra trovata uccisa dal branco vicino al ponte tibetano
Una capra sbranata dal branco di lupi provenienti dalla VallarsaUn’altra capra trovata uccisa dal branco vicino al ponte tibetano
Una capra sbranata dal branco di lupi provenienti dalla VallarsaUn’altra capra trovata uccisa dal branco vicino al ponte tibetano

Sono state trovate lungo il sentiero, sbranate. E il pensiero è subito corso al grande predatore che per tutta l'estate ha fatto parlare di sé, sulle montagne del Vicentino. Potrebbe essere stato un lupo, o un branco di lupi, ad uccidere le due capre ritrovate a Valli del Pasubio lungo il sentiero che porta al ponte Avis. Gli animali morti sono stati notati da alcuni escursionisti lungo il percorso che conduce al ponte tibetano, frequentato ogni estate da centinaia di turisti e visitatori. I testimoni hanno subito segnalato il ritrovamento ai carabinieri, al Comune, al servizio veterinario dell'Ulss 7 Pedemontana. Non è chiaro il motivo per cui le capre si trovassero in quel punto: in base alle prime ricostruzioni, gli esemplari apparterrebbero ad un allevamento. In ogni caso sono state attaccate e sbranate verosimilmente dai lupi, che nella zona, fino ad ora, avevano predato soprattutto animali selvatici. «Considerando i continui avvistamenti in Vallarsa, la cui distanza, dal nostro territorio, è minima, al 99 per cento la predazione è opera dei lupi – commenta il sindaco di Valli del Pasubio Carlo Bettanin -. Per questi predatori, fare due o dieci chilometri è una passeggiata. Il lupo c'è, è presente anche qui, ormai dobbiamo metterlo in conto». Finora, nel territorio di Valli, questi carnivori avevano attaccato soprattutto animali selvatici: caprioli, camosci, di cui poi erano state ritrovate le carcasse. Un episodio di qualche anno fa aveva visto coinvolto un asino, ma in altre occasioni anche alcuni cani erano stati attaccati e uccisi. «Siamo preoccupati – sottolinea il primo cittadino -. Avere un predatore così grosso in casa non è una cosa piacevole. Noi però non abbiamo strumenti per intervenire, né siamo deputati a farlo. Segnaliamo il tutto agli enti competenti». In un convegno di circa un anno fa tenutosi proprio a Valli, il tecnico faunistico trentino Enrico Ferraro ha spiegato come il lupo sia tornato sulle montagne del Vicentino perché trova, anche qui, le prede di cui cibarsi; questi animali non sarebbero stati reintrodotti, come qualcuno sospetta. I branchi avvistati nei nostri territori vanno dalla Lessinia fino all'Altopiano di Asiago e sul Grappa, passando per il Pasubio, dove gli avvistamenti si sono susseguiti anche a Bocchetta Campiglia, e scendendo fino alle porte di Schio, fra il Tretto e l'area collinare sopra Poleo. In base ai dati forniti dalla Regione, secondo l'attuale trend di crescita, la popolazione di lupi in Veneto potrebbe raggiungere in cinque anni le mille unità. Dai dati diffusi sempre dalla Regione, emerge come nel primo semestre del 2019 gli attacchi dei lupi in Veneto abbiano causato la morte di 148 capi di bestiame, in prevalenza ovini e caprini, il ferimento di 13 animali e la dispersione di altri 26. Numeri che, al momento, sembrano in leggera flessione rispetto al 2018, quando si registrarono, nel corso dell'anno, 400 capi di bestiame uccisi, 50 feriti e 125 dispersi, per un totale di 196 eventi di predazione, 20 in più rispetto al 2017. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Carollo

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