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Due vicentini

Andrea e Miriam, 44 anni in due: sono loro i nuovi gestori del rifugio "Fraccaroli" sul Carega

I gestori del rifugio “Fraccaroli” Andrea Laghetto e Miriam Rosso (Foto Marchiori)
I gestori del rifugio “Fraccaroli” Andrea Laghetto e Miriam Rosso (Foto Marchiori)
I gestori del rifugio “Fraccaroli” Andrea Laghetto e Miriam Rosso (Foto Marchiori)
I gestori del rifugio “Fraccaroli” Andrea Laghetto e Miriam Rosso (Foto Marchiori)

A 44 anni di solito si è ancora giovani. Che dire allora dello scledense Andrea Laghetto e della valligiana Miriam Rosso, che a quella cifra ci arrivano in due e adesso avranno il compito di gestire, assieme, un rifugio prestigioso come il “Fraccaroli”, ai 2.230 di Cima Carega? «È un sogno che si avvera», esclamano all’unisono. Andrea di anni ne ha 25 anni, Miriam è maggiorenne dall’altro ieri, metaforicamente parlando, perché ne ha 19. Sono accomunati dall’amore per la montagna e non solo, visto che fanno coppia nella vita. 

Il momento della firma (Foto Marchiori)
Il momento della firma (Foto Marchiori)

 

La struttura, che è di proprietà della sezione veronese «Cesare Battisti» del Club alpino italiano ma è assai frequentata dagli escursionisti e alpinisti vicentini, è stata assegnata in base ad una scelta fra una ventina di candidature valutate. I due avevano fatto pratica in casa, ovvero al rifugio Balasso, dove l’altitudine è meno della metà del “Fraccaroli” ma che è punto di partenza e di appoggio per chi si reca sul Pasubio, soccorritori compresi. Un’esperienza maturata che è servita loro per compiere il grande salto: «Per noi che siamo appassionati di montagna, non c’è cosa migliore che lavorarci», riconosce Andrea, laureato in Tecnologie forestali e ambientali. In quota, è uno che ha fiato: ama praticare trekking, sci alpinismo e lo sport dell’arrampicata. «Partiamo, ma senza la pretesa di voler fare troppe cose», aggiunge il neo gestore, «poi, una volta che ci saremo ambientati e avremo capito meglio le modalità di lavoro, vorremmo proporre qualcosa di nuovo». 

Si muoveranno con cautela ma senza aspirare a scelte eclatanti, anche sotto l’aspetto ambientale: «Vogliamo che il nostro sia un rifugio tradizionale, senza troppe ricercatezze», spiegano, «con un’accoglienza sincera, come dev’essere nello spirito della montagna». Nelle varie stanze e sulle tavole con porzioni di canederli fumanti, piatti di minestrone, dolci genuini da servire agli escursionisti che saliranno fin lassù. «Ci impegneremo il più possibile ad utilizzare prodotti a chilometri zero», puntualizza Miriam. Tra i fornelli come cuoca ci sarà Irene, sorella di Andrea, con papà Dario (incaricato dei rifornimenti) e mamma Maria Oriella Zanella; a completare la squadra si uniranno due cameriere oltre ai genitori di Miriam, Damiano e Michela Sbabo, con la sorella Nicole.

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Succedono ad una famiglia, i Baschera, che ha gestito la struttura per ben 53 anni. «I timori ci sono - affermano i due giovani - ma faremo il possibile per accontentare chi sale sul Carega». Intanto hanno ricevuto dal Cai veronese le chiavi e si stanno preparando. Il periodo di apertura va dal 20 giugno al 20 settembre ed è fissato dalla Provincia autonoma di Trento, perché la Cima ricade sotto il territorio comunale di Ala. Ma i due scalpitano e puntano ad aprire prima e chiudere dopo, «se le condizioni climatiche lo consentiranno».  

Mauro Sartori e Rubina Tognazzi

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