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ROBERTO SPEZZAPRIA

«Ora serve un controllo costante dei conti»

«Va dato atto che le aziende in questo anno e mezzo di emergenza hanno continuato a fare investimenti, ammodernare le linee e aggiungerne di nuove»

«Negli ultimi anni l'andamento del mercato del credito è stato anomalo, sia per l'abbondanza di offerta di credito garantito che per condizioni molto calmierate dagli interventi europei di politica monetaria. Ma è una situazione destinata a cambiare nei prossimi mesi, perciò dobbiamo già ricominciare a ragionare in termini più normali e dialettici». Roberto Spezzapria, che nella squadra della presidente Dalla Vecchia ricopre il ruolo di vicepresidente con la delega al credito, alla finanza e all'equity, mette subito in chiaro uno degli obiettivi che le imprese hanno ora davanti a sé: lavorare per essere pronte a gestire il "ritorno alla normalità" del credito, in vista della riduzione e dell'inevitabile conclusione delle garanzie pubbliche legate all'emergenza.

Partiamo da uno sguardo alla realtà con cui siamo entrati nella fase finale dell'anno: qual è oggi lo stato di salute delle imprese vicentine?
Nella maggior parte dei casi e dei settori la situazione è stabile, però è da tener presente che si stanno ancora producendo gli effetti delle azioni messe in campo sia a livello nazionale che europeo a sostegno dell'economia durante l'emergenza Covid. Non siamo ancora tornati alla "normalità", da questo punto di vista, quindi i consuntivi del periodo della pandemia si potranno fare soltanto più avanti. In ogni caso ci sono state e ci sono tuttora dinamiche settoriali diversificate, in un contesto che inizialmente è stato drammatico e che poi ha potuto beneficiare degli interventi pubblici - prima la moratoria e poi soprattutto i finanziamenti a medio termine a garanzia pubblica - che hanno difeso la cassa delle aziende.

In questa fase, dunque, le aziende non presentano particolari problemi di liquidità...
Oggi la liquidità c'è, a fronte peraltro di un aumento dell'indebitamento, sia a livello statale che privato: la difesa della cassa è stata fatta con un forte aumento dei debiti a medio-lungo termine. Questo all'inizio consente di avere a disposizione le risorse necessarie per affrontare con più serenità e forza il percorso di ripresa, garantendo supporto alla ripresa del circolante e ai necessari progetti di investimento in tecnologie innovative, digitale e sostenibilità. Poi però bisogna cominciare a rimborsare le rate di quanto si è ricevuto, e quindi serve una pianificazione finanziaria molto puntuale e precisa, dev'esserci un controllo sia del conto economico che dello stato patrimoniale. Insomma, la situazione oggi non è di sofferenza, ma ci aspettano anni impegnativi.

Che aspettative avete in associazione circa la capacità delle aziende di rispondere?
Siamo ottimisti. Io credo nel sistema Italia, e credo nelle aziende. Come Area Credito e finanza dell'Associazione siamo concentrati nel portare avanti attività che vadano a centrare queste necessità. Sarà necessaria una particolare capacità di analisi, sia da parte delle banche che da parte degli imprenditori.

Ecco, a proposito delle banche: in questa "crisi da pandemia" come si sono comportate? Hanno fatto la loro parte?
Direi di sì, per quel che ci risulta hanno avuto un comportamento nel complesso corretto. C'è stato un disorientamento iniziale e qualche difficoltà di approccio, non c'è dubbio, ma va osservato che si sono trovate dall'oggi al domani a essere la catena di trasmissione di quanto deciso a livello governativo: la struttura bancaria nel suo complesso è stata messa sotto pressione di fronte a problematiche che sono state nuove e imprevedibili per tutti. Anche le banche hanno dovuto modificare la loro governance, sopperire nei primi mesi alla mancata presenza dei funzionari negli uffici, con un accumulo conseguente di pratiche. Credo che nel complesso il sistema abbia reagito bene.

Per molti anni un po' da tutte le parti si è detto che le Pmi vicentine sono brave a conquistare mercati e fare export, ma sono deboli dal punto di vista finanziario, sottocapitalizzate. È un mantra ancora valido o le cose, spinte anche dalle crisi di questi anni, sono cambiate?
Da questo punto di vista il nostro sistema produttivo è arrivato strutturalmente migliorato alla crisi della pandemia. È cresciuto, le aziende non sono più le stesse di 10-15 anni fa. L'ultima indagine realizzata dalla nostra associazione prima del Covid, nel 2019, aveva evidenziato tra tutti gli associati una percentuale dell'83% di aziende bancabili. Assai elevata, quindi.In questi anni si è attraversata tutta una serie di vicissitudini che ha portato un'evoluzione positiva e che ha consentito di arrivare alla vigilia del Covid con una struttura finanziaria dalle spalle robuste. Una volta, del resto, si era anche condizionati dall'alto costo del denaro, oggi ci sono tassi che permettono all'azienda di vedere il futuro con ottimismo.

Ci sono anche delle percentuali che consentono di farlo, come quella che stima per l'Italia una crescita del Pil del 6% nel 2021, dopo la contrazione di quasi il 9% dell'anno scorso. Sarebbe un risultato da incorniciare, non crede?
Sì, però attenzione, perché se guardiamo alla serie storica vediamo che Vicenza è ancora sotto ai livelli di prima del crac Lehman Brothers, non ha ancora recuperato i valori raggiunti all'inizio degli anni Duemila. Anche per questo in associazione è stato avviato un nuovo servizio gratuito, lo "Strategy lab", per mettere a disposizione delle imprese un'occasione di approfondimento legata alla propria strategia d'impresa: si tratta di un incontro preliminare con esperti, che consente di fare un check, una verifica di come si è posizionati nell'ambito del pensiero strategico in azienda.Purtroppo i "cigni neri" - ossia i fattori di imprevedibilità che provocano degli choc economici inattesi a livello mondiale - stanno diventando abbastanza frequenti: in dieci anni abbiamo avuto il crac Lehman e la pandemia, e nel mezzo per il nostro territorio si è aggiunta la crisi delle banche Popolari. Per questo nella gestione della strategia delle aziende bisognerà comunque inserire anche queste considerazioni di scenario generale, che possono provocare dei violenti impatti sulle imprese.

Per il futuro, le aziende vicentine cosa dovranno fare per attrezzarsi al meglio dal punto di vista finanziario?
Si tratta di lavorare per darsi solidità, e una governance che non deve ragionare sull'assemblea dell'anno successivo, ma fare un controllo continuo dei propri conti, un consuntivo ogni mese. Devo dire che sto riscontrando in tantissime aziende associate sete di formazione e informazione in questo senso. E va anche dato atto alle aziende di aver continuato a investire, in quest'anno e mezzo di pandemia. Anzi, ci sono imprese che hanno approfittato del periodo di fermo obbligato per fare nuovi investimenti, ammodernare le linee o introdurne di nuove. Questo è un dato molto positivo. Adesso ci sarà la grande sfida dei mercati del futuro: ci si trova in una situazione di debito alto e di investimenti anch'essi elevati, c'è bisogno dunque di flussi che ripaghino. Sarebbe utile anche veder crescere l'abitudine a inserire in Cda un consigliere di amministrazione indipendente, per poter contare su un parere e un punto di vista non interno. Questo è un tema che cominciava a emergere già vent'anni fa, ma in quella fase le aziende non erano ancora pronte: oggi diventa una strategia che può davvero portare valore aggiunto alle imprese. . © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Tomasoni