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Montebello

Tav, allarme nel campo base Spunta una bomba di 230 chili

La bomba risale alla seconda guerra mondiale e pesa 230 chili (Foto M. Guarda)
La bomba risale alla seconda guerra mondiale e pesa 230 chili (Foto M. Guarda)
La bomba risale alla seconda guerra mondiale e pesa 230 chili (Foto M. Guarda)
La bomba risale alla seconda guerra mondiale e pesa 230 chili (Foto M. Guarda)

Bomba nell'area di cantiere della Tav a Montebello. È un ordigno inesploso risalente alla seconda guerra mondiale e ritrovato nella tarda mattinata di ieri nella zona compresa tra la contrada Ronchi e la località Gambero che è destinata alla realizzazione del campo base, del deposito dei materiali legati alla realizzazione dell'infrastruttura per l'alta velocità ferroviaria e del cosiddetto "armamento". Si tratta di un grosso ordigno della lunghezza di un metro e mezzo e del peso di quasi 227 chili rinvenuto durante le operazioni di ricerca (che vengono sempre eseguiti prima di avviare l'area di cantiere) preliminare all'apertura vera e propria dei lavori dell'Alta Velocità/Alta Capacità per la costruzione da parte del Consorzio Iricav 2 della nuova linea ferroviaria che correrà vicino a quella attuale.

L'ordigno. A trovare la bomba è stato il personale altamente specializzato nella ricerca di ordigni inesplosi della Gimac Holding Srl di Caserta. «È la più grande bomba che abbiamo trovato lungo la tratta dove si svilupperà il cantiere - spiega Fabio Postiglione, direttore tecnico per conto della stessa azienda che ha passato a tappeto tutte le aree -. Per il tracciato vicentino è anche il primo ritrovamento del genere. L'anno scorso avevamo trovato soltanto un paio di granate nel territorio comunale di Verona, poi più niente fino a oggi (ieri per chi legge, ndr)».

 

 

Il blocco dei lavori. La bomba, che era completamente sprofondata nel terreno, è stata riportata alla luce fino a circa metà della sua lunghezza. Le operazioni si sono però dovute immediatamente interrompere dopo lo scoprimento della spoletta di innesco del congegno esplosivo che ha obbligato al fermo per motivi legati alla sicurezza. Sul posto sono così giunti gli artificieri dell'8° reggimento del Genio guastatori di Legnago per completare il riconoscimento dell'ordigno e per procedere alla sua messa in sicurezza. In sopralluogo anche il sindaco, Dino Magnabosco.

La bonifica. «Prima di procedere con le attività di bonifica occorrerà determinare con esattezza il perimetro di sicurezza, che dovrà tenere conto della presenza della ferrovia e dell'autostrada, oltre che della strada regionale 11 - precisa Postiglione -. Il luogo del ritrovamento dista 120 metri in linea d'aria dalla linea storica della ferrovia, pertanto sarà scontato che durante le operazioni di brillamento sul posto dell'ordigno o, in alternativa, della sua rimozione e spostamento per farlo esplodere altrove, le comunicazioni ferroviarie dovranno essere interrotte per il tempo strettamente necessario. Diverso invece il caso dell'autostrada, che si trova a circa 500 metri e che dovrebbe essere considerata al di fuori della distanza di sicurezza, scongiurando il blocco».

L'origine. Nelle fasi finali della seconda guerra mondiale si susseguirono e si intensificarono diverse missioni con bombardamenti aerei che avevano come obiettivi lo scalo ferroviario di Montebello e la Strada Padana Superiore ritenuti strategici dal punto di vista delle comunicazioni. Il luogo del rinvenimento dell'ordigno si trova infatti nelle vicinanze del ponte che attraversa il torrente Guà in un punto che era vitale per colpire la principale via di collegamento degli eserciti dell'epoca. Non stupisce quindi che più di qualche bomba, caduta fuori dai bersagli cui era diretta, possa essere rimasta inesplosa.

Matteo Guarda

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