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Montebello Vicentino

Scivola nella piscina gonfiabile e rimane paralizzato, chiesto un maxirisarcimento

Quattro anni fa, partecipando a una competizione sportiva che era stata organizzata in una frazione di Albaredo, Michellorie, in provincia di Verona, aveva subito un infortunio a causa del quale è rimasto paralizzato. L'incidente era avvenuto prima dell'avvio di una partita di splash volley, una pallavolo giocata in una piscina con poche decine di centimetri d'acqua, a cui avrebbe dovuto prendere parte. Ora Simone Carraro, che adesso ha 23 anni, di Montebello, e i suoi familiari - che da allora lo devono assistere - hanno avviato una causa chiedendo oltre 4 milioni e mezzo di danni a persone, fisiche e giuridiche, che secondo loro avrebbero responsabilità: agli organizzatori della manifestazione, l'associazione Mille Glorie e il suo presidente Massimo Murari, alla parrocchia, nella persona del parroco don Floriano Panato, che è la proprietaria dell'area in cui si svolgeva l'evento, alla ditta proprietaria della struttura dentro la quale si svolgevano le partite, la Verona Gonfiabili di San Martino Buon Albergo, e al suo titolare Alberto Buongiorno, e al Comune nella persona del sindaco Giovanni Ruta. La domanda di risarcimento è già stata notificata. L'incidente Il 13 luglio 2017 durante un torneo. Poco dopo le 22 la squadra berica Nicolò&Amici, di cui Simone faceva parte, era entrata nella piscina di 25 metri per 10, con all'interno circa 30 cm d'acqua, montata nel piazzale vicino al centro parrocchiale di Michellorie. Secondo alcune testimonianze il giovane sarebbe salito sul bordo della piscina, che era alto almeno un metro e costituito da un tubo gonfiato, per poi finirne all'improvviso sul fondo. Secondo i legali di Carraro, il giocatore era scivolato finendo a terra: dopo essere stato portato fuori dall'acqua in stato di quasi incoscienza, era stato portato in ospedale dove gli era stato riscontrato un gravissimo trauma vertebro-midollare. Gli era scoppiata una vertebra con immediata tetraparesi. Secondo la famiglia Carraro tutto è avvenuto in seguito a comportamenti contrassegnati da precise responsabilità. Secondo la ricostruzione fatta dai legali che la rappresentano, gli avvocati vicentini Giovanni Stefano Messuri e Lucio Zarantonello, l'associazione avrebbe una responsabilità contrattuale, dovuta al fatto che i partecipanti al torneo avevano versato una quota di iscrizione, e quella del suo presidente deriverebbe dai suoi obblighi di protezione e vigilanza e dall'assenza di presidi di sicurezza. La ditta dei gonfiabili e il suo amministratore non avrebbero adempiuto alle prescrizioni imposte dal Comune che a sua volta, al pari della parrocchia, non avrebbe vigilato adeguatamente sull'idoneità dell'impianto e sulla correttezza del suo uso.

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