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Scalabrin lascia «Vado con Renzi» Cala il gelo nel Pd

L’ex sindaco Scalabrin lascia il Pd e passa a “Italia viva”
L’ex sindaco Scalabrin lascia il Pd e passa a “Italia viva”
L’ex sindaco Scalabrin lascia il Pd e passa a “Italia viva”
L’ex sindaco Scalabrin lascia il Pd e passa a “Italia viva”

Maurizio Scalabrin cambia casacca. Il segretario di Montecchio Maggiore del Partito democratico nonché capogruppo Pd in consiglio comunale ha deciso: va con Renzi. La conferma è arrivata dal diretto interessato dopo l’ufficializzazione della senatrice Daniela Sbrollini di lasciare i Dem per approdare a “Italia Viva” di Matteo Renzi. «L’altra sera - spiega - ho comunicato le mie intenzioni al segretario provinciale Pd, Chiara Luisetto, rimettendo i miei incarichi da responsabile provinciale ambiente e come membro dell’esecutivo». Si conclude così un matrimonio, quello fra l’ex sindaco e il Pd, che durava dal 2007 mentre ancora era primo cittadino. «Una decisione sofferta - la definisce - meditata insieme a Daniela (di cui è portaborse, ndr) alla quale mi lega una amicizia politica ultra ventennale e un percorso condiviso». Scalabrin spiega le ragioni per cui ha deciso di cambiare “squadra” e lasciare la compagine di cui è stato «uno dei soci fondatori. Ho creduto nel progetto riformista - aggiunge -. Nelle ultime scelte della segreteria nazionale mi è parso di capire, però, che alcuni processi si fossero fermati e ci sia un ritorno a politiche del Novecento che oggi fanno fatica ad affrontare i problemi del mondo moderno. Notavo che c’era malumore all’interno del Pd, non a livello locale o provinciale, ma nazionale». E poi aggiunge: «Renzi ha accelerato tutto, Daniela ha fatto la sua scelta e anch’io ho fatto la mia». E sui progetti iniziati? «Mi dispiace interromperli e mi dispiace lasciare gli amici, che comunque continueranno ad essere tali, ma ho dovuto maturare in fretta la mia decisione». Una decisione che ha fatto rumore nel Pd di Montecchio: alcuni militanti non l’hanno presa benissimo. «Con il circolo avrò un incontro nei prossimi giorni. Ora ho una sola tessera in tasca, quella del Pd - aggiunge - ma è evidente che dovrò lasciare l’incarico di coordinatore». E cosa succederà con il seggio in consiglio comunale? «Il percorso di Renzi non obbliga le persone ad uscire dai gruppi eletti nelle assemblee consiliari o regionali, anche perché non è ancora un partito strutturato - puntualizza -. È diversa la questione riguardante il mio incarico di capogruppo del Pd. In qualsiasi caso alle amministrative sono stato eletto con oltre 300 voti, quindi confermo il mio impegno per la città in consiglio comunale». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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