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Rondine in volo da 60 anni sulla Sisilla

Una suggestiva immagine del coro “La Sisilla” sotto la Sisilla.  A.F.La formazione corale “La Sisilla” in una cerimonia del 2009.  A.F. Il coro “La Sisilla” nella prima esibizione del 1959 con i soci  Cai.  A.F.Il corso “La Sisilla” attualmente diretto dal maestro Piccino.  A.F.
Una suggestiva immagine del coro “La Sisilla” sotto la Sisilla. A.F.La formazione corale “La Sisilla” in una cerimonia del 2009. A.F. Il coro “La Sisilla” nella prima esibizione del 1959 con i soci Cai. A.F.Il corso “La Sisilla” attualmente diretto dal maestro Piccino. A.F.
Una suggestiva immagine del coro “La Sisilla” sotto la Sisilla.  A.F.La formazione corale “La Sisilla” in una cerimonia del 2009.  A.F. Il coro “La Sisilla” nella prima esibizione del 1959 con i soci  Cai.  A.F.Il corso “La Sisilla” attualmente diretto dal maestro Piccino.  A.F.
Una suggestiva immagine del coro “La Sisilla” sotto la Sisilla. A.F.La formazione corale “La Sisilla” in una cerimonia del 2009. A.F. Il coro “La Sisilla” nella prima esibizione del 1959 con i soci Cai. A.F.Il corso “La Sisilla” attualmente diretto dal maestro Piccino. A.F.

La rondine compie 60 anni. Quest’anno festeggia le nozze di diamante con la musica e la coralità “La Sisilla” il coro storico di Montecchio. È infatti dal 1959 che la rondine castellana non ha smesso di cantare, passando indenne i decenni. Una realtà nata quasi per scommessa pochi anni prima fra amici. «Ogni momento era giusto per cantare. Qualcuno intonava, molti seguivano, altri ascoltavano - ricorda il presidente Stefano Santuliana -. E non importava se si era in corriera o in montagna, a qualche cena o nei rifugi alpini. Il canto rappresentava uno sfogo alla vivacità giovanile. I canti preferiti erano sempre quelli popolari della tradizione vicentina». È appunto a metà degli anni ’50 che nasce l’idea di dar vita a un coro vero e proprio. I volontari non mancano: si tratta dei soci del Cai. E arriva anche un maestro, Walfrido Calgaro, pianista e concertista per hobby. Niente sede fissa, per quelle prime prove tanto tempo fa, ogni luogo andava bene, le scuole, il bar o anche la corte. Si cantava senza strumenti musicali. Mesi dopo arriva il momento del debutto. Il luogo scelto è il cinema Sant’Antonio. Il coro, che ancora però non ha nome, viene accolto con lunghi applausi per i 20 coristi che nel palco, accanto a loro, posizionano le corde e la piccozza. Le prime esibizioni vedono un repertorio comprendente canti di montagna. Con il passare del tempo il coro inizia ad imporsi all’attenzione di un pubblico sempre più numeroso ed appassionato e spazia anche come composizioni e arie cantate. Alla fine degli anni ’80 la svolta. Il coro si dà il nome di “La Sisilla” e incide il primo disco. Inizia allora una stretta collaborazione con Bepi De Marzi. Da quel momento iniziano anche i concerti all’estero, per tutta l’Europa, spaziando dalla Croazia al Belgio, dall’Ungheria alla Germania, dal Regno Unito alla Svizzera fino a Malta. Esibizioni che proseguono ancora. «Con il passare dei decenni il nostro coro si è trasformato ampliando costantemente il repertorio e aprendo alle voci femminili - prosegue -. Il segreto di tanta longevità è anche la presenza, negli anni, di giovani maestri». L’attuale maestro è Nicola Piccino, di soli 23 anni. Il coro è ora composto da circa 25 elementi; il repertorio spazia dalla tradizione italiana alle poesie di De Marzi, fino a canti provenienti da luoghi lontani. Per ricordare il primo volo di 60 anni fa “La Sisilla” ci sarà una festa il 30 novembre con un concerto nella chiesa di Santa Maria Immacolata dei padri Giuseppini, alle 20.45. I commenti delle arie sono affidati al maestro De Marzi. L’ingresso è libero. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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