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Rogo Isello, rimborsi da 250 mila euro

Ruspe al lavoro per abbattere gli scheletri dei capannoni rimasti dopo il rogo dell’1 luglio scorso.  TROGU
Ruspe al lavoro per abbattere gli scheletri dei capannoni rimasti dopo il rogo dell’1 luglio scorso. TROGU
Ruspe al lavoro per abbattere gli scheletri dei capannoni rimasti dopo il rogo dell’1 luglio scorso.  TROGU
Ruspe al lavoro per abbattere gli scheletri dei capannoni rimasti dopo il rogo dell’1 luglio scorso. TROGU

Mentre proseguono i lavori per liberare il sito della Isello vernici, in via Orna, arrivano i soldi della Regione. La giunta veneta, come confermato nel bollettino ufficiale del 5 novembre, ha stanziato 250 mila euro per rimborsare le amministrazioni comunali, i consorzi di bonifica e il sistema di protezione civile per gli interventi di assistenza alla popolazione e le spese di prima emergenza nei comuni coinvolti dal devastante incendio dell’1 luglio scorso. Nell’affrontare la questione, in sede regionale, l’assessore all’ambiente e protezione civile Gianpaolo Bottacin ha inquadrato la situazione ricordando come lo spegnimento dell’incendio «ha visto l’intervento di molti automezzi dei vigili del fuoco provenienti da ogni parte della provincia e più di sessanta uomini, oltre alle forze dell’ordine, tecnici Arpav e volontari di protezione civile. Le attività di coordinamento e di spegnimento dei vigili del fuoco hanno visto uno spiegamento eccezionale di uomini e mezzi». A seguito del rogo, che ha distrutto gran parte del sito aziendale, sono state prodotte sostanze inquinanti che si sono sversate prima nel fiume Brendola, «andando poi a confluire nel fiume Guà - ha aggiunto l’assessore - e successivamente nella rete idraulica minore, attraversando i comuni di Brendola, Sarego, Lonigo, proseguendo a Zimella nel Veronese. Nonostante i primi interventi messi in atto dai vigili del fuoco, supportati dai volontari di protezione civile, per contenere la dispersione degli inquinanti nei corsi d’acqua, le sostanze sono arrivate nel fiume Brendola determinando la moria dei pesci, la produzione di schiume e di odore persistente tali da richiedere l’intervento, già nella serata del 2 luglio, dei vigili del fuoco e degli operatori del consorzio di bonifica Alta pianura veneta, di personale regionale e del volontariato di protezione civile al fine di impedire la propagazione degli inquinanti. Data la gravità degli eventi e l’imminente rischio della propagazione degli agenti inquinanti, al fine di attivare le procedure necessarie per fronteggiare l’emergenza, il presidente della giunta regionale aveva dichiarato lo stato di crisi». Le amministrazioni locali, i consorzi di bonifica e le strutture operative regionali di protezione civile che hanno eseguito i primi interventi dovranno presentare alla Direzione protezione civile e polizia locale una relazione sulle attività effettuate e produrre la documentazione relativa alle spese sostenute. L’importo per ciascun ente sarà liquidato entro l’anno fino al limite massimo dei 250 mila euro stanziati. «Come amministrazione ci siamo subito mobilitati e chiesto alla Regione di sostenerci – spiega il sindaco Bruno Beltrame – trovando nell’assessore Gianpaolo Bottacin un ottimo interlocutore che ci ha aiutato in quei terribili momenti e anche in seguito. Abbiamo fronteggiato l’emergenza, chiesto contributi economici per sostenerci e presentato la documentazione per ottenere un rimborso. Se non sarà completo da parte della Regione, ci rivolgeremo all’azienda». Intanto gran parte degli scheletri dei capannoni dell’ex Isello sono stati abbattuti e ridotti a cumuli di inerti. Le operazioni stanno proseguendo anche in questi giorni di pioggia, evento atmosferico che impedisce la dispersione delle polveri. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Isabella Bertozzo

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