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Rogo alla Isello, fiato sospeso per la pioggia

La raccolta del pesce morto in uno dei piccoli corsi d’acqua contaminati dopo il rogo alla IselloUn  altro degli interventi conclusi da volontari e addetti
La raccolta del pesce morto in uno dei piccoli corsi d’acqua contaminati dopo il rogo alla IselloUn altro degli interventi conclusi da volontari e addetti
La raccolta del pesce morto in uno dei piccoli corsi d’acqua contaminati dopo il rogo alla IselloUn  altro degli interventi conclusi da volontari e addetti
La raccolta del pesce morto in uno dei piccoli corsi d’acqua contaminati dopo il rogo alla IselloUn altro degli interventi conclusi da volontari e addetti

L’acqua è pulita, alcune specie di uccelli sono addirittura tornati a sorvolare il fiumicello Brendola ed il Guà. C’è un “ma”. Ed è costituito dall’allerta meteo diramata dalla Regione, per la possibilità di temporali intensi con forti rovesci, grandinate e forti raffiche di vento sulle aree pedemontane e sulla pianura nord-orientale prima e oggi su tutto il territorio. ALLERTA. Ma se l’acqua è pulita nei torrenti, qual è il rischio? Che si ripresenti, in misura minore, la “tempesta perfetta” che ha sterminato tonnellate di pesci nei giorni scorsi. E cioè che le acque “avvelenate” ancora presenti nei piazzali della Isello Vernici dopo il rogo devastante che ha incenerito 3 mila metri quadrati di stabilimento, possano alzarsi ed essere nuovamente trasportate fino all’ambiente circostante nonostante le precauzioni che sono già state messe in campo e le barriere che sono già state costruite. Anche per questo, stamane saranno mantenuti dei presidi costituti da diversi volontari e la situazione verrà tenuta sotto controllo anche attraverso un vertice che è previsto stamattina cui prenderanno parte tutti quelli che in questi giorni hanno contribuito al successo delle operazioni di messa in sicurezza, protezione civile, vigili del fuoco, Regione, Provincia e Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta PESCE. Ieri sera, intanto, si è conclusa la triste raccolta delle carcasse di pesce morto. Anguille, carpe, tinche, cavedani, solo per citare le più diffuse. Esemplari di alcuni chili a testimoniare la buona salute dei corsi d’acqua prima dell’incendio. È ancora presto per fare una “conta” di quanto pesce è stato estratto, anche se le tonnellate sono «diverse», si lascia sfuggire qualcuno. La prima stima era quella di terminare per questa sera. Dopo il primo giorno di lavoro, quando evidentemente è stato chiaro che la quantità di pesce morto era superiore rispetto alle attese e che con le alte temperature c’era il rischio che esplodesse una vera e propria “bomba” ecologica, la seconda in poche ore, legata alla decomposizione, è stato necessario rimodulare le operazioni. Ieri mattina, poco dopo le cinque, i volontari della protezione civile e gli addetti del consorzio di bonifica Apv hanno iniziato un tour del force terminato alle 21 di ieri: il 99% del pesce morto è stato raccolto e manca solo ultimare il lavoro con qualche ritocco, probabilmente lunedì. I COMMENTI. Il consigliere provinciale delegato alle politiche ambientali, Matteo Macilotti, commenta: «Il monitoraggio è continuo. Acque del Chiampo può estrarre i liquidi e in ogni caso nel sito sono state installate delle barriere per evitare che i residui dello spegnimento dell’incendio fuoriescano. Per contrastare l’emergenza legata al pesce morto, anche la Provicia ha messo a disposizione un mezzo e l’emergenza è stata risolta grazie ad un super-lavoro». Il suo collega con delega alla protezione civile, Massimiliano Dandrea aggiunge: «Solo questo fine settimana abbiamo oltre 100 volontari dislocati sul territorio provinciale per un lavoro immane che fanno con rinunce e sacrifici. Grazie a loro l’emergenza è stata gestita al meglio. Vedremo come evolve il fenomeno meteo ma siamo fiduciosi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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