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Raid notturno al ristorante Rubate tre biciclette d’epoca

La Bianchi “Mega pro - Mercatone uno” è una delle bici rubate.  I.BER.L’esterno della trattoria Bau Sète in piazza del Popolo.  I.BER.
La Bianchi “Mega pro - Mercatone uno” è una delle bici rubate. I.BER.L’esterno della trattoria Bau Sète in piazza del Popolo. I.BER.
La Bianchi “Mega pro - Mercatone uno” è una delle bici rubate.  I.BER.L’esterno della trattoria Bau Sète in piazza del Popolo.  I.BER.
La Bianchi “Mega pro - Mercatone uno” è una delle bici rubate. I.BER.L’esterno della trattoria Bau Sète in piazza del Popolo. I.BER.

Furto di tre biciclette da corsa dalla trattoria “Bau Sète” di Riccardo Cacco in centro storico a Brendola per un valore di circa 7 mila euro, come confermato dal titolare. Ma oltre il danno economico, è stata messa a segno un’autentica “rapina” di ricordi, sogni ed emozioni. Il furto, nelle prime ore di domenica scorsa, ha sconvolto l’animo del ristoratore, che a distanza di un paio di giorni ancora trattiene a stento le lacrime. E chi lo conosce o anche solo frequenta il suo locale, sa bene come quelle biciclette facessero parte del suo bagaglio umano. Una Grandis rossa degli anni 70 appartenuta al suocero, posizionata su un finestrone che guarda verso valle; una Chiementin “squadra corse 1969” color ocra, fresca di restauro, posizionata a riempire in piedi la nicchia di una finta porta sulla scalinata tra l’ingresso e la sala gialla; infine il gioiello forse più caro ed economicamente più appetibile, la Bianchi “Mega pro - Mercatone uno” fedele copia di quella usata da Marco Pantani nel 1998, con la sella in pelle e la firma del Pirata cucita a mano. Era un regalo davvero speciale, realizzata su misura. Quel telaio non era solo l’immagine di un pezzo di storia, non era solo la chiave con cui si è chiuso il ciclismo alla “Coppi-Bartali”, non era solo un oggetto dal valore monetario di un certo tipo, era per Cacco il gancio per un ricordo speciale: «Con quella bici nel maggio 2008 con papà avevamo fatto la salita al Plan de Corones – racconta –. Un’esperienza che ci aveva unito ancora di più e di certo non potevo immaginare che solo pochi mesi dopo l’avrei perso». Infatti nel marzo 2009, Claudio, padre di Riccardo e storico edicolante del quartiere Sant’Andrea a Vicenza, appena sessantenne morì in montagna, in un incidente durante un’escursione. «Quando domenica mattina sono entrato in trattoria ho percepito immediatamente il vuoto, senza neppure focalizzare gli spazi spogli – racconta Cacco -. Poi ho notato il vano finestra vuoto senza la Grandis e girandomi ho scorto l’assenza della Bianchi e lì ho chiamato mia moglie scoppiando a piangere. Solo dopo mi sono accorto che era sparita anche la Chiementin. Già sporta denuncia ai carabinieri. Avvisati amici e appassionati che hanno sparso la “voce” sui social». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

I.BER.

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