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Processo Miteni Ora i Comuni chiedono i danni

Giorgio Zordan Antonella Fadda Il Comune di Arzignano e quello di Montecchio si costituiscono parte civile nel processo contro la Miteni. Lo hanno deciso le giunte comunali dei rispettivi sindaci Alessia Bevilacqua e Gianfranco Trapula con un’apposita delibera. «Incaricato un legale per la costituzione di parte civile nel procedimento penale promosso a carico della Miteni Spa ed altri per l’inquinamento da Pfas e danno ambientale» conferma la giunta arziganese. E l’assessore all’ambiente-Pfas zero Giovanni Fracasso e il primo cittadino Bevilacqua aggiungono: «Non si deve lasciare nulla di intentato: vogliamo procedere in ogni modo, visto l’enorme danno ambientale con ripercussioni sulla salute dei cittadini. Procediamo come parte civile per poter chiedere il risarcimento dei danni direttamente nel processo penale». Una delibera del consiglio dei ministri del 21 marzo 2018 ha disposto la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas) delle falde acquifere nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova. «Il 7 gennaio 2019 - spiegano - la Procura di Vicenza ha chiuso le indagini preliminari del primo filone di inchiesta sull'inquinamento da Pfas, con il rinvio a giudizio di tredici indagati per avvelenamento delle acque e disastro innominato. Un secondo filone di inchiesta aperto dalla Procura di Vicenza, a carico della stessa società, dovrebbe riguardare l'ipotesi di disastro ambientale, ma per esso le indagini preliminari sono ancora in corso». L’incarico per costituirsi parte civile è stato conferito dalla giunta comunale all’avv. Marco Tonellotto, dello studio Legale Associato Merlin & Tonellotto di Monteviale già incaricato di un'azione legale dal consiglio di bacino. Per quanto riguarda Montecchio, il Comune ritiene di esser stato leso «per il fatto di essere ricompreso nella cosiddetta area “arancione” e per essere stato costretto a finanziare la spesa di 120 mila euro per l’installazione di uno speciale filtro anti-pfas per la purificazione dell’acqua della piscina comunale e, anche, per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti e che subirà». Oltre 15 giorni fa, il consiglio comunale aveva rigettato una mozione presentata da Gian Luigi Piccin del Movimento 5 Stelle che chiedeva appunto al Comune di costituirsi parte civile nel processo. «In Consiglio avevo annunciato che ci saremmo costituiti parte civile se altri Comuni lo avessero fatto con noi, per far sentire in maniera forte e unita la voce del territorio - dichiara Trapula -. A seguito di questo annuncio avevamo chiesto al consigliere di M5S di ritirare la sua mozione, ma così non è stato e quindi è stata bocciata. Subito dopo ci siamo attivati con i Comuni limitrofi, in primis Arzignano e, saputo che si stava creando un fronte compatto, come promesso in Consiglio abbiamo proceduto a costituirci parte civile. Ricordo che inoltre si sono costituiti parte civile anche Acque del Chiampo, di cui il Comune è socio, e il Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, che comprende i Comuni soci di Acque del Chiampo e di Medio Chiampo. Di conseguenza e in coerenza con ciò, il costituirsi parte civile come Comune singolo non avrebbe avuto significato e, soprattutto, lo stesso peso». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan Antonella Fadda

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