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Montecchio/San Pietro Mussolino

Pedalata solidale alla meta: in Egitto dopo 4 mila chilometri

Gioppo e Spadiliero all'arrivo in bici in Egitto dopo un percorso previsto di 4 mila chilometri (A.F.)
Gioppo e Spadiliero all'arrivo in bici in Egitto dopo un percorso previsto di 4 mila chilometri (A.F.)
Gioppo e Spadiliero all'arrivo in bici in Egitto dopo un percorso previsto di 4 mila chilometri (A.F.)
Gioppo e Spadiliero all'arrivo in bici in Egitto dopo un percorso previsto di 4 mila chilometri (A.F.)

Ce l'hanno fatta, sono arrivati fino alle piramidi. Obiettivo centrato per i due amici, Nicola Gioppo e Lorenzo Spadiliero, il primo di Montecchio Maggiore e il secondo di San Pietro Mussolino. Erano partiti i primi di luglio per raggiungere la terra dei faraoni in bicicletta: un viaggio programmato in tutti i dettagli, inizialmente previsto in 7 mila chilometri.

Pedalata solidale Un viaggio duro ma illuminato dal sorriso di Michele Confente nel cuore. Un cuore che è stato con loro, rosso e disegnato sulle loro maglie, durante il viaggio dedicato al ragazzo di 25 anni, che ad agosto scorso, durante un'escursione sul monte Pasubio, era precipitato per 200 metri. Da quel giorno le sue condizioni sono molto gravi e non ha mai ripreso conoscenza. Da allora è ricoverato in una struttura per cerebrolesi di Vicenza. Negli scorsi mesi era stata avviata una raccolta fondi e i due "ciclo-viaggiatori" hanno deciso di sostenerla.

Il sostegno «Speriamo di esser riusciti ad aiutare un po' la raccolta fondi - dicono Gioppo e Spadiliero -, ci teniamo. È molto importante. Michele ha sempre fatto parte del nostro viaggio, è sempre stato con noi». I due amici, infatti, hanno deciso di autofinanziarsi per tutto l'itinerario mentre gli aiuti delle diverse aziende che arrivano, e arriveranno, saranno devoluti ai familiari del giovane ingegnere chimico per contribuire alle spese del ricovero nella struttura sanitaria specializzata in cui si trova ora assistiti.Il viaggio Sono stati in totale tredici i Paesi che Gioppo e Spadiliero hanno attraversato in sella alle loro bicilette, tre Continenti, 30 mila i metri di dislivello, 4 mila i chilometri pedalando dalla mattina prestissimo per macinare ogni giorno circa 150 chilometri. Fino ad osservare a distanza ravvicinata una delle sette meraviglie del mondo: le tre piramidi di Ghiza.

L'arrivo «Ancora non riusciamo a crederci - proseguono i due ciclisti che hanno realizzato l'impresa con un fine di solidarietà -. Durante il nostro viaggio, che è stato bellissimo, abbiamo incontrato di tutto: sole, vento e imprevisti. È stato un traguardo raggiunto con fatica e adesso ci godiamo il panorama». Ed è successo davvero di tutto durante la lunga traversata passando dalla Slovenia alla Croazia, dalla Bosnia e Montenegro all'Albania e poi Grecia e Turchia dove, tutto sommato, il viaggio è andato liscio tranne qualche piccola divertente disavventura come quando sono stati inseguiti da alcuni cani oppure quando un dispettoso gabbiano ha deciso di rubare la cena dal tavolo.

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Gli imprevisti Dalla Turchia poi i programmi sono cambiati per Gioppo e Spadiliero che hanno deciso di approdare a Cipro e poi raggiungere Israele, a Tel Aviv. Una volta arrivati hanno costeggiato Gerusalemme per approdare nel sud del Paese fino alla striscia di Gaza. Purtroppo, viste le tensioni fra Israele ed Egitto per i due amici non è stato possibile proseguire il viaggio, fermato momentaneamente al check-point. E così hanno ripreso la strada verso la capitale da dove hanno prenotato un volo e, passando la notte in aeroporto, per Il Cairo.

Raggiunta la meta Approdati finalmente in Egitto i due non hanno perso tempo e, inforcate le bici, hanno attraversato la città e si sono diretti verso il simbolo degli antichi egizi dove, finalmente, hanno potuto vedere avverato il loro obiettivo. E hanno festeggiato facendo un giro in cammello e aggiornando tutte le persone, gli amici e i conoscenti che li seguono sui social, da quando l'avventura è iniziata. Tutta la fatica, il caldo, i problemi, le forature improvvise, i momenti difficili sono stati tutti dimenticati. E adesso si pensa al ritorno. «Ci auguriamo di trovare a breve un volo per l'Italia - concludono -. Arrivare a Roma e da lì tornare a Montecchio Maggiore e San Pietro Mussolino in bicicletta. Tornare "in bellezza" come siamo partiti, in sella un mese fa, il 4 luglio all'alba».

 

Antonella Fadda

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