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Morbillo, rischio contagi Adesso è corsa ai vaccini

L’Ulss 8 Berica ha avviato una campagna di vaccinazioni.  ARCHIVIOL’esterno dell’ospedale San Bortolo di Vicenza.  FOTO ARCHIVIO
L’Ulss 8 Berica ha avviato una campagna di vaccinazioni. ARCHIVIOL’esterno dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. FOTO ARCHIVIO
L’Ulss 8 Berica ha avviato una campagna di vaccinazioni.  ARCHIVIOL’esterno dell’ospedale San Bortolo di Vicenza.  FOTO ARCHIVIO
L’Ulss 8 Berica ha avviato una campagna di vaccinazioni. ARCHIVIOL’esterno dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. FOTO ARCHIVIO

«L’allerta morbillo durerà almeno fino alla fine di luglio», spiega Maria Teresa Padovan responsabile del Sisp, Servizio igiene e sanità pubblica dell’Ulss 8 Berica. Resta un velo di incertezza. Nei prossimi giorni ai 5 casi già accertati nel quadrilatero Montecchio Maggiore - Altavilla - Sarego - Brendola potrebbero aggiungersene altri. Il germe è altamente infettivo, si trasmette con facilità, e se non trova lo scudo protettivo del vaccino, non fa sconti a nessuno. Il più indiziato è proprio il quinto caso, cioè l’uomo di Brendola, privo di copertura vaccinale come le 4 donne colpite dal virus. È stato l’ultimo finora a essere aggredito dal morbillo. Quello che si definisce “caso terziario”. Ha preso l’infezione da una collega di lavoro, che, a sua volta, era stata contagiata dalla donna di 36 anni di Montecchio all’origine della catena epidemica. L’uomo ha cominciato ad avere febbre mercoledì 17 luglio mentre l’esantema delle macchie rossastre è comparso tre giorni dopo, sabato 20. Si è infettato, quindi, in quei giorni, e, siccome la malattia, che si diffonde per via aerea con goccioline di saliva, ha una incubazione di circa 10 giorni, il raggio del contagio potrebbe essersi ampliato, considerando fra l’altro il fatto che l’uomo lavora a contatto con molte persone. Potrebbero, perciò, esserci in giro altri casi di morbillo per il momento silenti ma con la carica virale già innescata e pronta a esplodere. Per questo l’Ulss mantiene alto il livello di sorveglianza, anche se l’auspicio generale è che l’epidemia si sia fermata. A fare paura non è tanto la malattia in sé quanto le complicazioni. «Si sottovaluta troppo questo rischio - fa notare la dottoressa Padovan - e invece il 2018 è stato contrassegnato in Italia da una serie di conseguenze causate dal morbillo, otiti, laringiti, polmoniti, fino alla patologia più grave che è l’encefalite. I sintomi sono drammatici: la vittima è assalita da forte cefalea e presenta una rigidità nucale sempre più marcata. Il 10% di queste persone muore e oltre il 50% dei sopravvissuti si porterà addosso sequele neurologiche permanenti». Intanto, nell’area colpita dall’epidemia c’è una corsa alle informazioni, mentre molti si sono messi in fila per prenotare la vaccinazione che rimane l’unica arma per prevenire la malattia. «Sono arrivate - spiega Padovan - decine di chiamate da parte di giovani genitori che hanno in casa bambini. Abbiamo dato indicazioni e chiarimenti cercando di tranquillizzare i più preoccupati. Queste situazioni creano sempre psicosi che, però, occorre evitare, facendo però capire l’importanza delle vaccinazioni. Noi battiamo in particolare sugli adulti sopra i 30 anni che si mettono in viaggio verso Paesi dove il morbillo è endemico: Europa dell’Est e il Sud-Est asiatico, in primis la Tailandia, sono zone ad alto rischio in cui la malattia registra un andamento ciclico con picchi epidemici elevati: chi non è immunizzato con le due dosi complete può trovarsi in pericolo». Intanto, completate le vaccinazioni alle persone venute a contatto con i 5 malati di morbillo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Franco Pepe

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