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Lo strazio della moglie
«Ora vogliamo giustizia»

Fiori sul luogo dell’incidente. M.G.
Fiori sul luogo dell’incidente. M.G.
Fiori sul luogo dell’incidente. M.G.
Fiori sul luogo dell’incidente. M.G.

«Quando non l’ho visto arrivare, ho subito pensato al peggio. Non aveva mai fatto tardi, appena finiva di portare a casa i ragazzi del calcio non voleva altro che tornare a casa per passare il resto della serata con la sua famiglia». Sono le parole di Rosaria, moglie di Francesco Fortunato, che non sa darsi pace per quanto accaduto al marito. Erano sposati da vent’anni ed è stata lei, sabato notte, a chiedere ad un dirigente della società sportiva Seraticense, con cui il marito collaborava, di andare a cercarlo. «È sempre stato una persona buona, altruista, disponibile con tutti e molto attaccato ai suoi figli, che seguiva anche agli allenamenti del calcio e a cui voleva un gran bene. Gli piaceva molto il mare, amava gli animali e specialmente il nostro cane Jack, che portava sempre a passeggio la mattina presto. Ci lascia un vuoto incolmabile», aggiunge Rosaria, le parole che escono poco alla volta, sopraffatte dal dolore lancinante che si porta dentro dalle ore della notte prima, quando le hanno detto dell’incidente. «Adesso voglio che sia fatta giustizia e che i colpevoli della morte di mio marito siano trovati e vengano chiamati a rispondere delle loro responsabilità», afferma, mentre guarda le foto del marito sul tavolo della cucina, prese dagli album dei ricordi. Momenti felici trascorsi in famiglia, le vacanze, le ricorrenze. «Non merita la fine che ha fatto, è una perdita per la città, voglio esprimere vicinanza alla famiglia», afferma commosso il sindaco di Lonigo, Luca Restello, che aveva conosciuto Francesco Fortunato quand’era stato volontario della Protezione civile e durante un periodo di lavoro come operaio del Comune. M.G.

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