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La Tav nel limbo blocca il casello A4: è caos

La Tav nel limbo blocca il casello della A4 fra Montecchio e Montebello. La notizia choc è piombata ieri durante l’incontro convocato nel municipio castellano dal sindaco, Gianfranco Trapula, per ottenere risposte riguardo ai tempi di realizzazione della nuova autostazione e sulla fine dei lavori della Superstrada Pedemontana Veneta. E il risultato è stato peggiore del previsto. Perché se in un primo momento si preventivava che ci sarebbero voluti 4 anni per lo spostamento del casello, il quadro generale emerso è stato stravolto dopo l’incontro a cui hanno partecipato la giunta castellana, Costantino Toniolo per A4 Holding, il direttore di Struttura di Progetto della Spv Elisabetta Pellegrini e il consigliere delegato per la Provincia Davide Faccio. «Ci vorrebbero quattro anni se i lavori partissero oggi - ha spiegato il primo cittadino, a margine della riunione tecnica - ma le informazioni forniteci sono ben peggiori». Sul progetto, infatti, c’è una prescrizione del Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, che vincola l’inizio dei lavori del casello alla Tav. «Il progetto della Tav - ha proseguito Trapula - prevede anche la realizzazione della stazione a Montecchio e quindi è fortemente legato proprio a quello del nuovo casello. In pratica lo stallo della Tav sta bloccando tutto e questo creerebbe problemi per Montecchio e l’Ovest Vicentino». A tutto ciò si aggiunge anche la questione Pedemontana dal momento che la Spv verrebbe aperta come minimo due anni prima della realizzazione del nuovo casello. Con conseguenze gravi sul traffico che andrebbe nel caos. «Una situazione insostenibile non solo per i cittadini, ma anche per le imprese - ha aggiunto -. Per raggiungere la Spv si dovrebbe utilizzare per alcuni anni il vecchio casello di Alte». Ma come si è arrivati alla paralisi? A ricostruire tutto l’iter è la Struttura di progetto, cioè l’ente regionale che si occupa della Pedemontana: «A Montecchio, dalla fine degli anni ’90, è prevista la costruzione del nuovo casello, comprendente il raccordo alla Spv, ed era inserita negli impegni della Brescia-Padova. La società ha redatto il progetto e, dopo l’approvazione del Ministero per le infrastrutture, ha affidato i lavori in house alla Serenissima Costruzioni Spa». Serenissima iniziò i lavori nel 2012 e proseguì fino al 2014. Fu allora che il Ministero chiese il rispetto del tetto del 40% per i lavori in house, in seguito dell’entrata in vigore della normativa (DL 133/14). La società è stata costretta a sciogliere il contratto, a redarre un nuovo progetto e ad aspettare una nuova approvazione ministeriale, avvenuta a giugno 2018. Il Cipe, nel 2006, ha a sua volta approvato il progetto preliminare della Spv, dove era previsto di realizzare tutti gli svincoli sulle autostrade tranne quello sulla A4, dato che l’opera era già programmata e finanziata. Si era certi che al momento dell’attivazione della Pedemontana sarebbero stati completati tutti i lavori di aggancio alla A4. Non è andata così. A fine 2017 sempre il Cipe ha approvato il progetto definitivo della Tav Verona-Vicenza e ha imposto a Rfi, Rete ferroviaria italiana, una prescrizione che prevede di «stipulare, prima dell’avvio dei lavori sia della tratta Av/Ac sia del nuovo svincolo di Montecchio, un’apposita convenzione tra Rfi, Mit, Autostrada Bs-Pd e il Gc Iricav Due, per regolamentare la realizzazione in contemporanea dei lavori dei manufatti di sotto attraversamento dell’A4». A quel punto, afferma la struttura di progetto Spv, la Regione ha proposto un accordo di programma con Ministero, Autostrada e Ferrovia, e di inglobare tutte le opere in un unico appalto, comprese quelle complementari alla Pedemontana, affinché venissero costruite in contemporanea e che avrebbe gestito direttamente. Ma Anac, Autorità nazionale anti corruzione, ha ritenuto non percorribile la situazione e quindi Autostrada si è attivata per affidare i lavori. Oggi, individuato il raggruppamento temporaneo di imprese per i lavori del nuovo casello (costituito da Icm Spa, Carron Cav. Angelo Spa e Icop Spa e che ora resta in stand-by) per un progetto da 62 milioni di euro, per consegnare i lavori è necessaria la sottoscrizione della convenzione con Rfi. Che ancora non c’è. Perché? Perché, dice la struttura di progetto di Spv, «Rfi non è in grado di sottoscrivere alcun atto, considerate le molte incertezze sulla possibilità di realizzare la loro infrastruttura». Del resto, questo governo - frenato dalla linea pentastellata - ha messo la Tav nel limbo. Una situazione intricata, in cui ora però tutti i nodi vengono al pettine. «Siamo preoccupati: convocheremo - ha concluso Trapula – le categorie economiche, la Regione, la Provincia e tutti i Comuni del territorio». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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