<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Montecchio Maggiore

La “guerra” dell’asfalto, ricorso contro lo stop

L’azienda Vaccari Antonio Giulio Spa contesta la decisione del Consiglio comunale.  ARCHIVIO
L’azienda Vaccari Antonio Giulio Spa contesta la decisione del Consiglio comunale. ARCHIVIO
L’azienda Vaccari Antonio Giulio Spa contesta la decisione del Consiglio comunale.  ARCHIVIO
L’azienda Vaccari Antonio Giulio Spa contesta la decisione del Consiglio comunale. ARCHIVIO

La “Vaccari Antonio Giulio Spa” ricorre al Tar dopo il semaforo rosso del Consiglio comunale di Montecchio Maggiore. Oggetto del contendere è il rifiuto alla proposta di far passare da zona agricola a produttiva l'area in via Gualda, ovvero proprio quella in cui si trova la cava di proprietà della ditta. Hanno deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale del veneto i titolari dell’azienda castellana specializzata nella fornitura e nella lavorazione di materiali da costruzione edilizia, conglomerati bituminosi, asfalto drenante, basalto, sabbia e ghiaia. E questo poiché, a maggio, il Consiglio comunale aveva deciso di respingere una pratica Suap, presentata dalla ditta nel 2017, per ottenere una variante al Piano regolatore comunale. Stando al ricorso dell’azienda, in sostanza, i titolari Vaccari riterrebbero illogica la risposta negativa del Comune dal momento che proprio la ditta si sarebbe resa disponibile a intraprendere un percorso di integrazione. Percorso che si riferisce alla concretizzazione di un progetto apposito per mascherare la cava, nonostante ci siano normative che, sempre secondo il documento depositato nel tribunale regionale, permetterebbero alla Vaccari di proseguire con la propria attività. Il progetto, che era stato presentato sia nelle diverse commissioni consiliari Ambiente e Territorio che con un sopralluogo effettuato alla cava un anno fa, aveva l’obiettivo di occultare l’impianto, rendendo il tutto meno visibile o impattante. Il Consiglio aveva comunque deciso di rigettare la richiesta perché «contrasterebbe con le linee guida del Pat, Piano di assetto del territorio, che non prevede nuove aree industriali», era stato risposto. Il vicesindaco e assessore all’urbanistica, Claudio Meggiolaro, aveva illustrato i motivi per cui il municipio non avrebbe accolto la richiesta di variante: «La proposta appare unicamente dettata dall'esigenza di consolidare un'attività esistente e da far cessare, che rappresenta un danno alla razionale pianificazione del territorio, basata sul riconoscimento della vocazione più adatta a ciascun contesto territoriale e sulla conseguente programmazione a lungo termine delle scelte urbanistiche». «Vediamo cosa dirà il Tar e cosa deciderà - dice il sindaco Gianfranco Trapula -. Noi siamo assolutamente tranquilli poiché il cambio di destinazione urbanistica compete al Consiglio».

Antonella Fadda

Suggerimenti