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La casa in fiamme era sotto sequestro C’è la pista del dolo

L’intervento dei vigili del fuoco, intervenuti con tre mezziL’abitazione di via Meucci andata a fuoco l’altra sera, non si esclude il gesto intenzionale. TROGU
L’intervento dei vigili del fuoco, intervenuti con tre mezziL’abitazione di via Meucci andata a fuoco l’altra sera, non si esclude il gesto intenzionale. TROGU
L’intervento dei vigili del fuoco, intervenuti con tre mezziL’abitazione di via Meucci andata a fuoco l’altra sera, non si esclude il gesto intenzionale. TROGU
L’intervento dei vigili del fuoco, intervenuti con tre mezziL’abitazione di via Meucci andata a fuoco l’altra sera, non si esclude il gesto intenzionale. TROGU

Isabella Bertozzo Luisa Nicoli C’è anche l’ipotesi dell’origine dolosa per l’incendio che l’altra sera ha devastato l’interno di un’abitazione in via Meucci a Brendola, risultata poi già sotto sequestro giudiziario e destinata a finire all’asta. I vigili del fuoco, accorsi poco dopo le 19 con tre automezzi e dodici operatori da Vicenza e da Lonigo, hanno lavorato fino a tarda sera per avere ragione delle fiamme e impedire che il fuoco potesse causare ulteriori danni, estendendosi agli edifici contigui. Sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale “dei Castelli”, agli ordini del comandante Massimo Borgo. L’intervento ha richiesto diverse ore di lavoro per i pompieri e gli agenti soprattutto per il sopralluogo e per la raccolta di elementi utili, una volta domate le fiamme, a chiarire le cause che hanno provocato l’incendio in un immobile disabitato. A far propendere per la possibilità che si tratti di un atto doloso sono stati alcuni elementi rinvenuti all’interno dell’abitazione che fanno pensare che qualcuno possa aver appiccato volontariamente le fiamme. A prendere fuoco infatti sono state alcune carte, cartoni e altri rifiuti che erano ammassati nello stabile non più utilizzato. E da cui è difficile che possa partire autonomamente un incendio. Inoltre, ad una prima verifica, agenti e vigili del fuoco hanno riscontrato che uno degli accessi all’abitazione di via Meucci è stato forzato. Un primo elemento che richiederà un ulteriore approfondimento di indagine, soprattutto per capire se la rottura del serramento sia datata, magari opera di qualcuno che in passato possa aver usato l’immobile come giaciglio di fortuna, o se invece sia in qualche modo legata all’incendio. Aspetto ancora al vaglio. Ieri mattina quindi i vigili del fuoco hanno effettuato un ulteriore sopralluogo tecnico per raccogliere ulteriori elementi, mentre la polizia locale “dei Castelli” sta procedendo con gli accertamenti documentali sullo stabile e con le verifiche delle immagini del “targa system” agli accessi di Brendola e di eventuali telecamere della zona per verificare se sia stato registrato il passaggio di veicoli con targhe sospette. L’immobile, che risulta essere di proprietà di Giovanni Balbo di Brendola, era già sottoposto a sequestro giudiziario. L’abitazione non risulta al momento abitata e non vi sono state conseguenze per le persone: nessun intossicato e nessun ferito. Controlli e indagini comunque proseguono, per determinare l’esatta dinamica del rogo e quindi per poter attribuire eventuali responsabilità. Dell’episodio è stato subito informato il sindaco di Brendola, Bruno Beltrame. «L’immobile è sottoposto a sequestro giudiziario - ha confermato il sindaco - e il proprietario in passato mi aveva avvicinato preoccupato per questa situazione, sperando in una risoluzione. Sono in attesa che mi giunga il parere dei vigili del fuoco e della polizia locale dei Castelli per la dichiarazione di agibilità o meno dello stabile. A quanto mi risulta lo stabile era disabitato ed interessato da un procedimento giudiziario ed era stato avviato l’iter per la messa all’asta». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Isabella Bertozzo Luisa Nicoli

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