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Montecchio Maggiore

Due morti sotto le macerie: è l’esercitazione di quattro giorni lungo la Pedemontana

Sono stati previsti anche interventi per estrarre feriti e vittime rimasti incastrati nelle auto (Foto Trogu)
Sono stati previsti anche interventi per estrarre feriti e vittime rimasti incastrati nelle auto (Foto Trogu)
Montecchio Maggiore esercitazione (Trogu)

Alle 7.30 una scossa di terremoto, di magnitudo 4.2, colpisce Montecchio. L’epicentro è la zona di via Natta dove crolla uno stabilimento. In contemporanea, una frana che si stacca dalla collina di Sant’Urbano, travolge alcune auto, tra cui un mezzo pesante che trasporta materiale infiammabile: ci sono due morti e un ferito gravi ed è bloccato l’ingresso della galleria della Spv. Ma è un’esercitazione.

Simulazione Due scenari diversi ma strettamente legati fra loro, programmati dalla colonna mobile regionale dei vigili del fuoco, che per quattro giorni vedono impegnati oltre ai pompieri dei diversi comandi del Veneto anche protezione civile, polizia di Stato, Suem 118 e polizia locale con l’apertura del centro operativo comunale della protezione civile castellana. L’obiettivo è quello di testare l’efficienza dei moduli operativi d’intervento nelle grandi calamità. Mentre in via Natta l’edificio è crollato ma non si segnalano feriti, nella Superstrada Pedemontana la situazione è diversa. Proprio all’uscita della galleria un’auto è stata parzialmente travolta dal distacco di terra e sassi.

Soccorsi Il conducente è ferito ed è proprio lui a chiedere i soccorsi. Arrivano i mezzi dei vigili del fuoco. Due di loro indossano i respiratori e, per prima cosa, si avvicinano al mezzo pesante, alimentato a Gnl, un gas naturale liquefatto altamente infiammabile, per verificare che non ci siano perdite. Una volta che tutto è stato messo in sicurezza le squadre iniziano a occuparsi del ferito e viene allertato il Suem 118. Saranno i sanitari, subito dopo, a soccorrerlo. Ma l’esercitazione non è finita. Dalle macerie spunta un’automobile rovesciata. E i vigili del fuoco, armati di attrezzi, iniziano a scavare. L’atmosfera è tesa, lo scenario è verosimile e un domani potrebbero essere chiamati a operare in circostanze analoghe. Durante lo scavo viene ritrovata una seconda auto. All’interno viene notata una persona (nella simulazione viene usato un manichino): un pompiere rompe il vetro e si insinua nell’abitacolo per capire se è vivo. Ma non c’è alcun segno di vita, a stabilirne il decesso è un medico chiamato sul posto. Nell’enorme cumulo di terra è sepolta anche una terza vettura con un occupante. Lo scavo continua e ad entrare in azione sono le unità cinofile. Anche in questo caso per il conducente non c’è più niente da fare.

Procedure d’intervento «La simulazione rientra nell’ambito di esercitazioni stabilite dal Ministero che coinvolge anche le altre provincie e regioni - ha detto Giuseppe Lomoro, responsabile della colonna mobile regionale -. In Veneto quella di Montecchio è fra le più complesse, stiamo testando la risposta dei vigili del fuoco e i collegamenti con le altre forze, protezione civile, prefetture, carabinieri e polizia». «Nelle due simulazioni - ha aggiunto Giuseppe Costa comandante dei vigili del fuoco di Vicenza - sono presenti 31 vigili del fuoco per un totale di 45 unità. In caso di calamità è importante il coordinamento ed è fondamentale la cooperazione fra tutte le componenti».

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