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Dolore e prigionia del nonno soldato diventano un film

Matteo Taietti e Lorenzo Schiavo nel cimitero di Monaco.  FADDA
Matteo Taietti e Lorenzo Schiavo nel cimitero di Monaco. FADDA
Matteo Taietti e Lorenzo Schiavo nel cimitero di Monaco.  FADDA
Matteo Taietti e Lorenzo Schiavo nel cimitero di Monaco. FADDA

Una scoperta che si trasforma in un viaggio e un viaggio che diventa scoperta della storia, per lasciare ai giovani un segno indelebile di riflessione e memoria. È diventata un docufilm dal titolo “Per Memoria” la ricerca sul campo di Lorenzo Schiavo, 17 anni, e Matteo Taietti, 22, entrambi studenti di Montecchio Maggiore. Ad agosto erano partiti per ricostruire storicamente la vicenda del nonno materno di Lorenzo, Adolfo Giusti, guardia di frontiera e internato in un campo di lavoro durante la seconda guerra mondiale, poi sopravvissuto. Classe 1922, fu chiamato alle armi nel 1943 e subito fatto prigioniero dopo l’8 settembre. Giusti raccolse la terribile esperienza della prigionia in un taccuino, ritrovato anni fa dal nipote che da allora ha iniziato le ricerche. Il paziente lavoro di Lorenzo darà i suoi frutti poiché al nonno Adolfo verrà conferita la medaglia d'onore concessa agli ex internati. «Ho scoperto che il sogno di mio nonno e mai realizzato - racconta - era quello di rivisitare, una volta tornato a casa, i luoghi significativi della sua vita sia quelli dell’infanzia che quelli che lo avevano strappato giovanissimo alla famiglia e ai sogni di ragazzo, obbligandolo a combattere una guerra e trasformandolo, poi, in un prigioniero». Un desiderio che Lorenzo e l’amico Matteo, appassionato di giornalismo e cinema documentario, hanno deciso di rivivere in un viaggio a tappe. «Volevamo anche raccogliere testimonianze di una storia passata ma ancora molto recente - spiegano - e che i nostri coetanei e non solo, potessero vedere e conoscere ma soprattutto non dimenticare». I due ragazzi hanno percorso, in auto, 2.500 km in 16 giorni tra Italia e Germania: la partenza è stata da Montecchio verso l’archivio di Stato di Verona per poi dirigersi a Bonaldo di Zimella, Campiglia dei Berici, Tarvisio, Monaco di Baviera e Dachau. Da lì sono andati a Norimberga, Lipsia, Mittelbau Dora, Bad Orb, Francoforte per poi approdare al Tempio dell’Internato Ignoto a Padova. «È stato alla fine un viaggio della memoria, non solo per incontrare storici, archivisti e testimoni, utilissimi per ricostruire le vicende del nonno - proseguono - ma anche per raccontare storie di persone comuni, quelle di chi abbiamo incontrato durante il nostro viaggio, che ci hanno dato informazioni importanti». Durante il loro percorso Lorenzo e Matteo hanno vissuto momenti difficili e intensi come la scoperta che il campo di prigionia di Bad Orn, dove Adolfo era stato internato, era stato trasformato in un soggiorno estivo per ragazzi. E nessuno in quella località ricordava, o voleva ricordare, che lassù erano stati tenuti prigionieri dei soldati italiani. Ma anche esperienze intense che hanno fatto rivivere in loro la storia. «Siamo stati nel cimitero di Monaco - dicono -. Una vasta area è dedicata agli italiani, dagli alpini ai marinai ai soldati dell’esercito. Un luogo dove il silenzio è assoluto e a parlare sono state solo le emozioni che avevamo nel cuore». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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