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Brendola

Chat sui social
in classe
C’è un decalogo

Scuola e social (FOTO I.BER.)
Scuola e social (FOTO I.BER.)
Scuola e social (FOTO I.BER.)
Scuola e social (FOTO I.BER.)

BRENDOLA. Niente saluti mattutini, stop alla raffica di ringraziamenti, al bando i messaggi vocali. Sono alcune delle regole che il Polo dell’infanzia di Brendola ha inserito nell’inedito decalogo per le chat dei genitori degli alunni, presentato ai genitori stessi qualche giorno fa nell’assemblea dal presidente del comitato di gestione, Alberto Vicentin che spiega: «Il mondo social è oggi per la scuola un'enorme opportunità e uno strumento prezioso, ma come tutti gli strumenti va usato bene. Offre enormi vantaggi e altrettante insidie, soprattutto perché la gente, non guardandosi negli occhi, rischia spesso di perdere di vista i modi, i ruoli e le regole di una buona comunicazione. Abbiamo quindi pensato di proporre, tra il serio e il faceto, alcuni spunti per la "vita di chat", messi insieme da più fonti ed esperienze. Nessuna velleità di legiferare, imporre o limitare, piuttosto 10 idee da condividere, per far riflettere e per convivere meglio. In fondo la scuola è fatta per educare, non solo i bambini». Per molti genitori l’ingresso alla scuola dell’infanzia, piuttosto che al nido, è il primo ingresso nella “comunità dei genitori” e quale occasione migliore di un semplice e simpatico decalogo per impostare fin da subito una buona relazione tra persone che vivono la stessa esperienza? Si parte quindi con il richiamo allo scopo della chat, cioè “scambiarsi informazioni utili, in modo immediato e a costo zero, su ciò che riguarda la scuola e la classe dei figli”. Quindi i componenti della chat, che devono farsi riconoscere con nome e cognome, sono tenuti a evitare di infarcirla con annunci commerciali, barzellette, foto delle vacanze e quant’altro, altrimenti si rischiano due effetti collaterali: “qualcuno si infastidisce (molto) e i messaggi davvero utili si perdono”. Vanno evitate anche le confidenze private, come pure i litigi (non si risponde alle provocazioni) e le dissertazioni erudite (“se serve, troviamoci e parliamone dal vivo”). Altre avvertenze: la formula del “silenzio-ringraziamento”, il rispetto degli orari e della “privacy” del gruppo, l’abbandono della tentazione del vocale. E un consiglio finale: “E’ solo una chat, c’è tutto un mondo fuori”.

Isabella Bertozzo

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