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Sarego

«Certificato lesivo della libertà». Si dimette il consigliere no pass

Il vicesindaco Veronica Dalla Pria e il consigliere comunale Mauro Roviaro
Il vicesindaco Veronica Dalla Pria e il consigliere comunale Mauro Roviaro
Il vicesindaco Veronica Dalla Pria e il consigliere comunale Mauro Roviaro
Il vicesindaco Veronica Dalla Pria e il consigliere comunale Mauro Roviaro

«Non intendo presentare alcun lasciapassare per continuare a svolgere il mandato elettivo e pertanto mi dimetto». Sono le parole con cui Mauro Roviaro, ormai ex consigliere comunale appartenente al gruppo del Movimento 5 stelle, ha manifestato la scelta definitiva di lasciare l’incarico di consigliere comunale di maggioranza a Sarego. Coerentemente alla protesta che lo aveva visto indossare nel Consiglio di fine settembre 2021, insieme alla vicesindaca e collega di partito Veronica Dalla Pria, una maglietta con la scritta contro l’obbligo del green pass Roviaro ha preferito dimettersi piuttosto che esibire l’attestazione di avvenuta vaccinazione.
Le dimissioni, che per legge sono irrevocabili e non necessitano di accettazione, sono state rassegnate dopo l’ultimo Consiglio comunale.

«Mi dimetto - spiega - visto il protrarsi degli obblighi previsti dalla decretazione di urgenza legati al possesso del certificato verde e relative disposizioni, trovando tali disposizioni finalizzate unicamente alla sottoposizione a un atto medico contro la propria volontà e ritenendo questo tipo di imposizione di carattere esclusivamente politico, contraria alla libertà individuale e altamente lesiva nella dignità di ogni persona umana». E aggiunge: «Mi dimetto in totale solidarietà nei confronti dei lavoratori di ogni categoria che hanno perduto il loro sostentamento economico nel rivendicare diritti sanciti costituzionalmente». Nell’addio, dopo alcune parole di ringraziamento ed elogio verso i suoi ex compagni, si toglie anche qualche sassolino. «Resta - spiega - il rammarico che il silenzio della quasi totalità di tutti voi consiglieri in merito alle tracotanti misure coercitive prese dall’esecutivo nazionale non abbia dato voce a quanti anche nel nostro comune rivendicano il diritto legittimo di pensarla diversamente». Roviaro non aveva più, neanche in via telematica, partecipato alle sedute del Consiglio da quando aveva inscenato la silenziosa protesta della maglietta contro il “certificato verde”, a differenza della vicesindaca Dalla Pria, che ha invece continuato a presenziare ai lavori sebbene in via telematica, anche lei però evitando di esibire il green pass. 

Dalla Pria ha preferito «non commentare» il gesto di Roviaro, rinviando «alle motivazioni da lui addotte». Eppure l’ex consigliere ha preso le distanze anche dal Movimento 5 Stelle. «Non abbia più - conclude - il simbolo del gruppo consiliare cui appartenevo ad apparire accanto a nome e cognome del sottoscritto. Dall’aprire il parlamento facendo riferimento a taluni contenitori, ad essere parte integrante nel tenerli chiusi ermeticamente». Riferendosi alla frase programmatica del fondatore Beppe Grillo sul Parlamento da aprire da parte degli eletti come una scatoletta di tonno. 

Matteo Guarda

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